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Manifesto: La Liguria allarga il bonus scuola

I buoni scuola che andavano solo a chi frequentava le scuole private non ci sono più, ma i finanziamenti alle famiglie restano, sia per chi sceglie le scuole pubbliche che per chi va in quelle paritarie

06/06/2006
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il manifesto

Alessandra Fava
Genova

I buoni scuola che andavano solo a chi frequentava le scuole private non ci sono più, ma i finanziamenti alle famiglie restano, sia per chi sceglie le scuole pubbliche che per chi va in quelle paritarie: è questo il succo della nuova legge regionale sulla scuola, votata dalla maggioranza di centro-sinistra alla presenza di un solo rappresentante del centro-destra, Fabio Broglia dell'Udc (gli altri fuggiti in dissenso alla gestione dell'assemblea da parte del presidente del consiglio regionale Mino Ronzitti).
Passa così il disegno di legge, appoggiato dalla giunta, ma voluto soprattutto dal vicepresidente della Regione e assessore regionale all'istruzione e alla formazione, Massimiliano Costa (Margherita) che a suo tempo aveva già votato a favore dei famosi buoni scuola (legge 14 del 2002) del governo di centro-destra di Sandro Biasotti, votati tra lanci di mutande nell'emiciclo da parte degli appartenenti ai centri sociali e liti da stadio tra privatisti e studenti delle scuole pubbliche: «Questa legge è per tutti gli studenti - ha detto Costa ieri subito dopo la votazione - ha l'obiettivo di aiutare chi ha meno mezzi, come dice la Costituzione, ad arrivare ai più alti gradi dell'istruzione».
Il disegno di legge chiamato «Norme ed interventi in materia di diritto allo studio e alla formazione» prevede stanziamenti regionali per un totale di 34 milioni di euro, di cui 17 milioni i cosidetti «percorsi scolastici» con fondi specifici (e a scelta) per la mensa, le spese di iscrizione o quelle dei trasporti, e 18 milioni di euro al diritto allo studio universitario. La borsa di studio viene attribuita alle famiglie degli alunni su graduatorie decrescenti e differenziate in base alla percentuale di incidenza delle spese scolastiche sul reddito del nucleo familiare e ci sono aiuti sulla scolarità anche per i comuni dell'entroterra.
E' chiaro che una buona fetta dei soldi sarà destinata comunque a chi sceglie le scuole private, infatti le scuole paritarie non si lamentano tanto della riduzione dei finanziamenti (che da un arco tra i 700 e i 1100 euro previsti dalla vecchia legge passa più o meno a 600-1000 euro) quanto del fatto che la giunta in futuro possa modificare le quote: «Le scuole paritarie sceglieranno di accedere a quel 30 per cento dei fondi destinati a iscrizione, libri e mensa, soprattutto per libri e iscrizione - ha detto Cinzia Romitelli dell'Associazione genitori delle scuole cattoliche - Tutto ciò corrisponde alla legge 14 del 2002 con un piccolo aumento di ragazzi che ne usufruiranno, ma dal prossimo anno la giunta potrebbe modificare le percentuali».
Criticata dalla Compagnia delle Opere come da Forza Italia che definiscono la legge «assistenzialistica», piace a Rifondazione come all'Udc e ai Ds. Un po' meno alla Cgil che nelle ultime settimane dopo averla bocciata in toto, ha fatto di tutto per correggerla e ieri ha ottenuto anche che venisse tolta la franchigia (vale a dire che fosse eliminato il limite minimo per la richiesta del rimborso che nella vecchia legge escludeva gli alunni delle scuole pubbliche proprio perché i costi presentati erano troppo bassi): «La legge ha avuto delle modifiche, la franchigia è stata eliminata e questo è un risultato politico - ha detto il segretario generale della Cgil ligure, Anna Giacobbe - Ma noi chiedevamo una legge di sistema per il diritto allo studio con nuovi fondi diretti per le scuole pubbliche. Qui invece ci sono ancora troppi finanziamenti per chi va alle scuole private che rappresenta solo il 5% della popolazione in età scolastica per le elementari, medie e superiori e l'8% se si considerano anche le scuole materne».