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MAnifesto: La Liguria premia le private

Legge regionale sulla scuola: convenzioni per le paritarie, borse di studio differenziate e centri di accoglienza per i più svantaggiati

29/05/2006
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il manifesto

Iaia Vantaggiato
Roma
Convenzioni agevolate per le scuole paritarie dell'infanzia, borse di studio differenziate e centri di formazione integrata nei quali «raccogliere» e assistere i bambini cosiddetti «svantaggiati». Piovono benefit sulle private, nonostante le dichiarazioni del neoministro all'istruzione Beppe Fioroni che promette - per il suo dicastero - il ripristino dell'ormai desueto aggettivo «pubblico».
Tutto accade in Liguria dove la scuola non sembra trarre un gran vantaggio dal passaggio di consegne tra il centrodestra e il centrosinistra. Anzi. La giunta regionale si prepara a discutere - a partire da martedì prossimo - un disegno di legge avente pomposamente ad oggetto «Norme ed interventi in materia di diritto all'istruzione e alla formazione». E il dibattito si preannuncia infuocato perché contro la vecchia e filolombarda normativa del centrodestra - prodiga di buoni scuola per le famiglie decise a mandare i propri figli alle private - il centrosinistra non sembra essere disposto a sferrare l'attacco adeguato.
Tre, in particolare, gli articoli del Ddl incriminati: quello relativo alle azioni regionali per le scuole dell'infanzie in base al quale la regione Liguria, «per incrementare l'offerta educativa sul territorio e facilitare le possibilità di accesso, promuove la stipula di convenzioni tra enti locali e scuole paritarie dell'infanzia». Un'iniziativa non facile da digerire - soprattutto dopo i cinque anni trascorsi a contrastare le morattiane regalie alle private - e nella quale avranno di certo influito la necessità di non rompere gli equilibri interni alla giunta nonché la presenza di un assessore all'istruzione che di mestiere fa l'insegnante di religione.
A seguire, le disposizioni che «al fine di rendere effettivo il diritto allo studio a tutti gli alunni delle scuole statali e paritarie di ogni ordine e grado, istituisce borse di studio da erogarsi nella misura massima del 50% delle spese sostenute dalle famiglie». Ed è inutile dire che dietro l'asettico linguaggio giuridico si nasconde un evidente tranello politico pronto a creare nuove disparità tra pubblico e privato. Una cosa è aspirare a una borsa di studio che copra le sole spese di iscrizione alla scuola statale, altra è chiedere una borsa che faccia fronte - oltre che alla normale iscrizione - anche alla retta richiesta dalle scuole private. Pesanti in maniera differente saranno le due «borse» e certo quella più piena non andrà agli studenti delle statali. Un vero e proprio scivolone per la regione Liguria che - dovesse approvare il disegno di legge - rischierebbe di mandare all'aria quella stessa legge di parità (la n.62 del 2000) che prevede «l'assegnazione di borse di studio di pari importo ed eventualmente differenziate solo per ordine e grado di istruzione». Così facendo, altro non si produrrebbe se non che il ripristino di un sistema binario di diritto allo studio del tutto sbilanciato a favore di chi frequenta la scuola paritaria.
A completare il quadro, le disposizioni in virtù delle quali la regione definisce centri di formazione integrata le Istituzioni scolastiche e formative che operano «quali strumenti di formazione globale e di recupero sociale per prevenire situazioni di dispersioni scolastiche o di estremo disagio». Tali centri - precisa l'articolo 14 - operano a servizio del territorio e a livello sovracomunale su fasce di età differenziate». Si ha come l'impressione, detta in soldoni, che la Liguria voglia farsi palestra di una rinnovata ma sempre attuale formula del «Sorvegliare e punire» che nulla sa dell'educare. I bambini cosiddetti «svantaggiati» verrebbero infatti raccolti - durante il pomeriggio - in un unico luogo e lì coinvolti in «attività di promozione», con buona pace del progetto educativo messo in atto dalle scuole al mattino. Sarà malafede, ma il progetto assai richiama quello relativo ai centri di accoglienza che portano la doppia firma dell'ex ministro all'istruzione Letizia Moratti e dei dirigenti di San Patrignano. Centri contro i quali - nel 2003, a Rimini - si tenne una grande manifestazione nazionale che speriamo non dover ripetere.