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Mattino di PAdova-La Moratti cancella la classe Studenti non vi invidio

di Gabriella Imperatori La Moratti cancella la classe Studenti non vi invidio Secondo la riform...

03/08/2004
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Il Mattino di Padova

di Gabriella Imperatori
La Moratti cancella la classe Studenti non vi invidio


Secondo la riforma Moratti, a quanto pare, la tradizionale classe scolastica dove si cresce insieme, in cui si condividono orari, attività, compagni e insegnanti verrà ridotta, già alle elementari, a sole 18 ore. Il resto del tempo sarà dedicato a percorsi didattici con piani individuali, sballottando i ragazzini qua e là a seconda delle scelte. Che potranno anche istituzionalizzare, cosa abbastanza grave, le differenze sociali. Ma che soprattutto ostacoleranno il formarsi di quelle "squadre" dove nascono le prime, indimenticabili amicizie e i primi, indimenticabili rancori. Poi ci si rivede solo allo scoccare delle ricorrenze: vent'anni dopo la fine dell'obbligo, trenta o quaranta dopo la maturità... E in tali occasioni, chi non ha mai provato la sbuffante noia che ti coglie quando arriva, da qualche benintenzionato, la proposta della rimpatriata di rito? Che idea, pensi subito: non ci si vede da una vita, ognuno ha imboccato una strada diversa, cos'avremo mai da dirci dopo aver confrontato le rispettive carriere, i rispettivi coniugi e figli; o, in alternativa, le godurie di una vita da single allietata da viaggi in Malesia o in Madagascar, da eccitanti relazioni, da serate estive non funestate da una soporifera tivù? Eppure non hai il coraggio di rifiutare. Anzi qualcosa alla fine ti spinge verso questo un po' bieco o frustrante confronto: qualcosa che somiglia a una macchina del tempo capace di riportarti, per un giorno, ai 15 o 18 anni, a quella cotta non ricambiata che ti faceva palpitare ogni volta che entravi in classe, tu adolescente brufoloso e più timido di Charlie Brown, mentre la ragazzina dai capelli rossi di turno civettava impunemente col più alto, prestante, disinvolto del "gruppo". Adesso magari scoprirai che quello lì è diventato calvo e panciuto, mentre tu che lo avevi tanto invidiato sei un quarantenne niente male, e la ex ragazzina boriosetta, già pluridivorziata e con l'omega malinconico attorno alle labbra, ti guarderà stupita, e pentita, di non averti degnato all'epoca di un filo di attenzione. Poi naturalmente si sprecheranno i "ti ricordi?", uno tira l'altro come le ciliege: del prof di latino che ti appioppava un 5 se avevi studiato sul Marchesi e ti premiava con un 8 se ti eri preparato sul Bignami; del supplente di storia e filosofia che si era innamorato della più carina e le faceva i temi per casa di italiano, prendendo regolarmente 3; o del libro di chimica su cui versavi mezzo litro di vino nero a dimostrazione che non avevi potuto, materialmente, studiare gli ultimi 5 paragrafi. Alla fine si farà (specie se gli anni passati sono parecchie decine) anche la conta dei caduti. E magari qualcuno metterà in atto vendette postume, intascando un portafoglio altrui come nel film di Verdone "Compagni di scuola", o facendo sparire una Nikon come è successo durante una rimpatriata coi miei, di compagni di scuola. Però ci sarà sempre un'altra Nikon ad immortalare il gruppetto passatello con una foto che andrà a far compagnia, in un album ben nascosto, a quelle delle elementari, col sorriso sdentato e il fiocco rosso o azzurro sul grembiulino. Quelle degli anni in cui s'è formato lo spirito di corpo nello stare sempre insieme, nell'imparare a convivere anche col prepotente, con la scassamarroni, col dispettoso, con l'insopportabile spione. Scambiandosi però le prime emozionate confidenze, copiando o facendo copiare i compiti. Sentendosi il leader o magari lo sfigato. Ma creando anche, tutti insieme, quel senso di appartenenza che è il primo, e in un certo senso più importante, della vita sociale.
Si chiamava classe. Adesso sparisce. Giovani studenti, non vi invidio.