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Mattino di Padova-Sindacati, al via le occupazioni contro i tagli delle cattedre

SCUOLA Sindacati, al via le occupazioni contro i tagli delle cattedre Padova L'avevano promesso. I sindacati della scuola occuperanno le sedi istituzionali: mercoledì i segretari regi...

18/04/2005
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Il Mattino di Padova

SCUOLA
Sindacati, al via le occupazioni contro i tagli delle cattedre
Padova
L'avevano promesso. I sindacati della scuola occuperanno le sedi istituzionali: mercoledì i segretari regionali Antonio Giacobbi (Cgil), Nereo Marcon (Cisl), Roberto Checcacci (Uil) e Leopoldino Lago (Snals) sbarcheranno in laguna con catene e lucchetti. La protesta sarà organizzata in Riva de Biasio, sede del Csa, l'ex Provveditorato. "Non si tratta di un'occupazione contro la dirigenza veneta - precisa Nereo Marcon - la nostra protesta é nei confronti del Ministero".

Confederali e autonomi si mobilitano per l'esiguo numero di cattedre concesso dal Miur. A settembre centinaia di dirigenti scolastici dovranno inventarsi qualcosa per garantire l'attività didattica. Rispetto alle richieste avanzate dalle scuole, il ministero ha concesso al Veneto 1360 cattedre in meno, tra scuola primaria, secondaria e superiori, cui vanno aggiunte le 43 sezioni non riconosciute alle materne statali. Nella nostra regione la popolazione scolastica crescerà di oltre 11.000 unità. Un esercito di studenti, in particolare alle elementari e alle superiori, cui si dovrà necessariamente far fronte con appena 106 cattedre in più rispetto al numero attuale.

Cgil, Cisl, Uil e Snals hanno lanciato pesanti critiche al governo regionale: "Nonostante abbia le competenze in materia di istruzione - attacca Giacobbi - la giunta Galan mostra disinteresse verso il mondo scolastico. Da tre anni il numero degli studenti cresce e gli organici restano quasi immutati. Il governatore non riesce a farsi sentire a Roma". I sindacati contestano soprattutto i meccanismi di assegnazione delle cattedre: nel computo si tiene conto della popolazione scolastica nella misura del 50\%. L'altra metà viene calcolata in base agli indicatori socio-economici. Ecco perché le regioni del Nord (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) vengono regolarmente penalizzate rispetto al Sud dove cala il numero dei ragazzi, a fronte di organici quasi invariati. "Per far quadrare i conti - avverte Checcacci (Uil) - alle elementari si dovrà spalmare l'orario di un insegnante su 10 classi. In molti plessi non potrà più essere garantito l'inglese. Drammatica la situazione alle superiori dove si rischia di dover formare classi con 35 studenti e di dover ricorrere alle cattedre orario esterne. In pratica tanti docenti di ruolo si troveranno distribuite le 18 ore settimanali in più istituti".

Luca Ingegneri