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Mess.Veneto: Docenti pronti allo sciopero

Siamo di fronte a un tentativo di manomissione delle regole contrattuali

04/11/2006
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MessaggeroVeneto

Minaccia lo sciopero generale il settore scuola della triplice confederale Cgil-Cisl-Uil in tandem con il Pubblico impiego, per scongiurare il rinvio del contratto di lavoro al 2008.

«Siamo di fronte a un tentativo di manomissione delle regole contrattuali - ha protestato il segretario provinciale Flc-Cgil Carla Franza -. Così com’è, la legge non consente il rinnovo del contratto scaduto da un anno, destinato a slittare al 2008. Il mancato rispetto della scadenza biennale compromette la tenuta salariale della categoria docente e Ata, sempre più impoverita».

La scuola è pronta a incrociare le braccia prima di Natale (proclamati gli scioperi Cobas il 17 novembre, Snals il 7 dicembre). Anche sulla vertenza precari, l’altra priorità dei sindacalisti cigiellini che promettono una partecipazione diretta alla contrattazione decentrata nei 49 istituti provinciali di un rappresentante dei supplenti, dal 2007.

«I problemi del precariato sono al centro dell’azione politica Flc-Cgil - ha ribadito Carla Franza -, come ribadito nel congresso nazionale 2006. Coerenti con questo impegno, proporremo l’elezione di un rappresentante del personale precario provinciale che parteciperà, con la nostra delegazione sindacale, alla contrattazione di istituto delle Rsu».

I supplenti, infatti, saranno elettori attivi e non passivi nella prossima tornata elettorale per il rinnovo delle rsu dal 4 al 7 dicembre. «La battaglia sui diritti dei lavoratori ha tappe importanti nella manifestazione del 2001 contro l’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori - offre un “flash-back” la sindacalista - e nelle iniziative 2006 “Mai più precari”. Di questo segno, era l’impegno per la manifestazione del 4 novembre centrata sul no alla legge Bossi-Fini, alla Biagi e alla riforma Moratti. Non comprendiamo i toni dei Cobas, tendenti a delegittimare e considerare un nemico il soggetto che si è presentato socialmente e politicamente più vicino. Il ritiro dalla manifestazione di sabato, non significa abdicare sulla questione precarietà: metteremo in cantiere tante nuove iniziative, senza sosta».