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Mess.Veneto-Nomine, gli insegnanti minacciano già ricorsi

docenti contestano le modalità per l'assegnazione dei posti di sostegno Nomine, gli insegnanti minacciano già ricorsi di RAFFAELE MUSUMECI Arriverà un'ondata di ricorsi: gli insegnanti di ...

31/07/2002
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MessaggeroVeneto

docenti contestano le modalità per l'assegnazione dei posti di sostegno
Nomine, gli insegnanti minacciano già ricorsi

di RAFFAELE MUSUMECI
Arriverà un'ondata di ricorsi: gli insegnanti di sostegno specializzati non abilitati sono sul piede di guerra, dato che, alla fine, sono quelli che hanno subito lo smacco maggiore nella giornata che doveva sancire la nomina dei docenti assegnati all'assistenza degli studenti disabili. Una giornata che tra equivoci, ritardi e ripensamenti ha dato origine a una valanga di proteste.
La convocazione, per gli insegnanti di sostegno in cerca di un posto per l'anno scolastico 2002/2003, era per le nove e trenta al liceo scientifico Copernico, nell'aula magna per gli insegnanti di medie inferiori e superiori, e nella sala proiezioni per quelli delle elementari. E già la scelta logistica risultava infelice: l'aula magna del Copernico, che potrebbe ospitare un centinaio di persone circa, è stata invasa da quasi trecento insegnanti, quella delle proiezioni, leggermente più grande, non era in condizioni migliori. Partivano così i primi mugugni, che diventano vere e proprie voci di protesta perchè il provveditore non arrivava. Nell'aula magna venivano spalancati tutti i finestroni, ma questo non bastava a rinfrescare l'atmosfera, che restava surriscaldata.
Quando arrivava il provveditore Valerio Giurleo erano le dieci e trenta circa, e a questo punto sarebbe dovuto cominciare subito il rituale delle nomine. Sfortunatamente, però, al provveditore mancava il microfono, e la gran parte degli insegnati raccolti in aula magna non sentiva nulla. La seduta si doveva sospendere.
Intanto la convocazione degli insegnanti di sostegno per le scuole elementari procedeva spedita: erano già state effettuate le nomine degli insegnanti di sostegno specializzati di ruolo, e si sarebbe dovruto procedere all'assegnazione dei posti (18) di quelli non di ruolo. L'obiezione sollevata dal segretario generale Cgil scuola di Udine, Pino Santoro, che contestava il sistema di assegnazione, non veniva presa nella debita considerazione dalla commissione, che procedeva alle nomine. Alcuni dei diciotto insegnanti a questo punto, con la nomina già firmata, lasciavano l'assemblea per correre a scuola a prendere servizio. E in loro assenza, avveniva il colpo di scena.
Anche nell'aula magna era stata contestata la formula dell'assegnazione. Gli insegnanti iscritti nella lista permanente sostenevano il loro diritto alla scelta in quanto abilitati all'insegnamento, quelli specializzati ma non abilitati ribattevano che la legge sosteneva il diritto del disabile di avere un insegnante specializzato. I sindacati presentavano la normativa, che specificava che gli specializzati non di ruolo avessero sì diritto al posto prima dei non specializzati, senza tuttavia dire nulla circa l'abilitazione. La quadratura del cerchio si otteneva nel corso di una riunione tra provveditore e sindacati: per gli insegnanti specializzati non abilitati sarebbero stati accantonati i posti migliori dal punto di vista economico, procedendo, per tutti gli altri, a fare scegliere gli insegnanti non specializzati ma abilitati.
La decisione veniva accolta con qualche mugugno in aula magna, dove, a questo punto, circa due ore dopo la convocazione, si poteva procedere alle nomine. Sollevava invece una mezza rivoluzione tra gli insegnanti delle scuole elementari che si vedevano revocata la nomina avuta poco più di mezz'ora prima e venivano privati del posto che avevano scelto, col rischio di finire chissà dove in provincia. Senza contare che non era stato possibile rintracciare alcuni degli insegnanti che avevano abbandonato l'assemblea sicuri, rimasti così all'oscuro di quanto accaduto. Gli altri insegnanti coinvolti in questa retromarcia si davano da fare per cercare di invalidare l'assemblea, chiamando in causa l'assenza di quelli che si erano allontanati, facendo riferimento a leggi e sentenze, telefonando agli avvocati e cercando di far intervenire anche i Carabinieri o la Guardia di finanza, tutto senza esito.
"L'unico mezzo che ci resta per ripristinare quanto ci è stato tolto, sarà fare ricorso" dice battagliera una delle insegnanti di sostegno 'colpite' dal provvedimento. E, verosimilmente, il ricorso sarà fatto.