Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa locale » Mess.Veneto-Scuole senza soldi, attività a rischio

Mess.Veneto-Scuole senza soldi, attività a rischio

Luongo (Cgil): "Siamo preoccupati, il direttore regionale non ha autorizzato i presidi a sottoscrivere i contratti aggiuntivi" Il Comune per garantire i servizi previsti dalla riforma ha già i...

11/09/2004
Decrease text size Increase text size
MessaggeroVeneto

Luongo (Cgil): "Siamo preoccupati, il direttore regionale non ha autorizzato i presidi a sottoscrivere i contratti aggiuntivi"
Il Comune per garantire i servizi previsti dalla riforma ha già investito circa 30 mila euro
Scuole senza soldi, attività a rischio
Il ministero non ha distribuito i 500 mila euro attesi quest'anno: saranno chiesti contributi ai genitori
Possibili tagli ai corsi integrativi (decine di progetti dal teatro agli incontri culturali)


di GIACOMINA PELLIZZARI

Si prospettano nuove difficoltà finanziarie per le scuole della provincia. Tra lunedì e martedì 59 mila 448 studenti faranno il loro ingresso nelle materne, elementari e medie alle prese con l'ormai cronica carenza di fondi. Nelle casse della direzione regionale manca oltre 1 milione di euro, circa la metà spetta alle scuole friulane.
E' molto probabile quindi che, anche nel prossimo anno scolastico, tocchi alle famiglie finanziare in parte le attività alternative, come i corsi di teatro, gli incontri culturali e decine di altri progetti. La previsione si basa sul fatto che i dirigenti scolastici non hanno ancora ricevuto conferma sugli importi da inserire nel bilancio di previsione 2005 e neppure l'autorizzazione a stipulare contratti per retribuire le attività aggiuntive che chiederanno al personale. "La ragione secondo il segretario regionale della Cgil-scuola, Antonio Luongo è semplice. Nella cassa della direzione scolastica regionale non solo non c'è un euro, ma neanche la prospettiva di ricevere fondi prima dell'approvazione della Legge finanziaria. In questo momento le scuole non sono in grado di impegnarsi a sottoscrivere contratti per le attività alternative".
Le risorse a disposizione della Direzione regionale, infatti, sono risultate appena sufficienti a garantire le attività svolte fino allo scorso 31 agosto. Un mese fa, infatti, il ministero ha distribuito solo il 40% (oltre 92 milioni di euro) delle risorse destinate alle scuole della regione. A tutto ciò vanno aggiunti gli effetti del decreto "Tagliaspese" che, a giugno, al Centro servizi amministrativi (Csa) ha depennato circa 50 mila euro, riducendo le previsioni delle spese postali, telefoniche e per le missioni fuori provincia. Da qui la preoccupazione del sindacato che sottolinea: "Di fronte a questa situazione anche nel prossimo anno scolastico le scuole si troveranno con meno fondi dallo Stato per le attività di arricchimento dell'offerta formativa".
Oltre alle famiglie anche i comuni saranno costretti a prevedere sempre maggiori investimenti per garantire alcuni servizi legati all'applicazione della riforma Moratti. A palazzo D'Aronco gli effetti si sono già fatti sentire. "Abbiamo speso circa 30 mila euro per ampliare il numero dei pasti e dei doposcuola richiesti dalle famiglie favorevoli al tempo pieno" sottolinea l'assessore all'Istruzione, Vincenzo Martines, nel precisare che solo l'ampliamento di una sezione alla scuola materna Marco Volpe ha richiesto un investimento di circa 3 mila euro. "Alcuni servizi scolastici previsti dalla riforma sono ricaduti sulle spalle dei comuni" continua l'assessore, nel dirsi preoccupato perché se da un lato vede "grosse difficoltà nell'applicazione, dal punto di vista didattico, della riforma Moratti, dall'altro a seguito dei tagli annunciati nella prossima finanziaria anche i comuni saranno costretti a frenare i progetti di ampliamento dei servizi".