Messaggero Veneto: La Flc Cgil attacca la legge sul friulano
Ridurrebbe gli spazi d’autonomia degli istituti che vedrebbero leso il diritto all’autonomia in parte delle scelte sul programma didattico
«La legge sul diritto allo studio regionale assegna il 20 per cento del curricolo alle scuole: come la mettiamo con la legge varata sul friulano? Tale normativa crea l’obbligo di un’ora di marilenghe a settimana e, di fatto, determina l’addio al 20 per cento di autonomia».
Il nuovo diritto allo studio in Friuli è al rush finale nel parlamentino di Trieste e il sindacato Flc-Cgil tira il freno a mano. «Troppe contraddizioni - vanno giù duro i cigiellini di Pordenone Carla Franza e Gianfranco Dall’Agnese -. Siamo pronti alla lotta: le risorse regionali non devono finire nel calderone della formazione professionale».
Centralità per la scuola di Stato, partecipazione degli insegnanti al forum regionale e sostegno finanziario alle sezioni primavera delle scuole dell’infanzia comunali e statali: questo il pacchetto dei “desiderata” cigiellini, che si presenta davvero nutrito. «Le imprese? Stiano fuori dal sistema formativo regionale». E’ questa l’alternativa sindacale che taglia fuori dalla cabina di regia le aziende e che sarà spedita in tempi molto rapidi al governatore Riccardo Illy.
«E le risorse alle scuole di montagna?» scendono nel dettaglio i sindacalisti della Flc-Cgil provinciale. «Sono riservate alle realtà oltre i 500 metri di altitudine. Priorità per l’integrazione degli stranieri in aula e per i Centri territoriali degli adulti». La stoccata finale è riservata al settore privato del panorama dell’istruzione. «Ci sembra esagerato - hanno concluso Franza e Dall’Agnese - il sostegno in euro alle famiglie con figli iscritti nelle scuole paritarie e anche agli enti di formazione professionale privati».
Chiara Benotti