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Napolipiù-Scuola, occupato l’ex provveditorato

I sindacati protestano contro il governo e il direttore Bottino per l’assenza di fondi e personale

29/03/2006
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Scuola, occupato l’ex provveditorato"
I sindacati protestano contro il governo e il direttore Bottino per l’assenza di fondi e personale

di Francesco Maria Cirillo

L’avanguardia della lotta. Gli apri pista di una vertenza che coinvolge tutti: sindacati, lavoratori e studenti. E che potrebbe estendersi a tutti gli strati della società. Così come in Francia universitari e salariati stanno mettendo in ginocchio il governo di Dominique De Villepin con manifestazioni ed occupazioni ad oltranza per combattere la precarietà giovanile, a Napoli le organizzazioni di categoria hanno scelto la strada “dura” per portare avanti una vertenza aperta da molto tempo e relativa all’assenza di organico nella scuola.
Le lancette dell’orologio segnano le otto di ieri mattina, quando alcuni dirigenti della Flc-Cgil (Federazione lavoratori conoscenza, ndr) fanno irruzione al terzo piano di via Ponte alla Maddalena, sede dell’ufficio scolastico regionale. L’intenzione è una: occupare l’intero piano per protestare contro le risposte“ insoddisfacenti fornite dal direttore Alberto bottino e dal ministero all’Istruzione in merito alla mancanza di organico in Campania”.
L’operazione, inattesa, prende in contropiede gli impiegati che nulla possono per impedire l’occupazione dell’ufficio del direttore Bottino. «L’occupazione dell’ufficio scolastico regionale - si legge in una nota diramata dall’organizzazione sindacale - è stata necessaria per denunciare e porre fine ad una inaccettabile catena di rinvii e complicità che stanno buttando nel baratro la scuola campana, i diritti di chi ci lavora, le aspettative dei cittadini. Nella lunga vertenza per la scuola pubblica in Campania le risposte che abbiamo avuto insieme con le altre organizzazioni sindacali dall’amministrazione scolastica, prima a livello regionale e poi a livello di ministero, sono state fino ad oggi del tutto insoddisfacenti, elusive, irresponsabili. L’unica certezza che viene data è che c’é sempre un altro incontro per decidere, ma poi si decide solo la convocazione di un incontro successivo. Perciò vogliamo ridare la parola alle scuole, chiamando all’iniziativa e al protagonismo i lavoratori della scuola e gli studenti».
Il piglio dei sindacalisti è fermo, deciso. E sembra chiaro che la protesta sia destinata a continuare anche nelle prossime ore fino, almeno, a venerdì data in cui è stata proclamata una manifestazione davanti l’edificio di Poggioreale. La scelta di occupare, secondo quanto spiegato dai rappresentanti della Flc-Cgil, deriva anche dal protrarsi del braccio di ferro tra sindacato e ministero in relazione alle carenze di organico nelle scuole regionali.
«Nell’ultima riunione del 24 marzo - continua la nota -, i responsabili regionali dell’amministrazione scolastica hanno presentato senza alcun senso di responsabilità una situazione quasi idilliaca delle scuole pubbliche della Campania e, a fronte delle reazioni e delle circostanziate denunce dei sindacati. L’amministrazione centrale non è andata oltre un generico impegno di ristabilire la norma dove viene disattesa e la promessa ancora più vaga di eventuali nuovi posti. Così si prendono in giro i sindacati, le scuole, i lavoratori e, soprattutto, gli studenti. È necessario coinvolgere le confederazioni, il governo regionale e le autonomie locali e, soprattutto, i lavoratori delle scuole e gli studenti in questa battaglia».
Deciso l’intervento di Franco Buccino, segretario regionale dell’organizzazione di categoria, che spiega: «Abbiamo sorpreso molti con questa occupazione, ma era una cosa necessaria perché vogliamo che la vertenza venga risolta. È necessario che si torni a parlare nelle scuole di questi temi e che non ci siano solo dichiarazioni d’intenti da parte del ministero che poi, almeno fino ad oggi, si concludono in un nulla di fatto. La scelta di occupare l’ufficio del direttore Bottino non è casuale, ma deriva dal suo ruolo di delegato territoriale del ministero».
Dello stesso parere è Francesco Minotta, segretario provinciale del Flc e tra gli occupanti, che aggiunge: «Chiediamo che i posti dati sono al di sotto. Ci sono tagli anche sotterranei. Le scuole campane hanno classi affollate, dove non si tiene conto neanche dei criteri sulla sicurezza. E questo è inaccettabile».

«E’ ora di reagire alla precarietà voluta dal governo»
Gli studenti napoletani vicini alla protesta degli insegnanti. Caputo (Uds): «Scuola e lavoro uniti nella disgrazia»

«È un diritto di ogni lavoratore avere delle certezze, così come di ogni studente avere un insegnamento coerente e continuo. Per questo, e non solo, continueremo ad appoggiare la lotta degli insegnanti». Questa è la posizione di Irma Caputo, responsabile regionale dell’Unione degli studenti, in relazione all’occupazione dell’ufficio regionale scolastico avvenuta ieri mattina ad opera di alcuni sindacalisti della Flc-Cgil.
Perché appoggiate questa battaglia?
«L’introduzione del precariato nel mondo del lavoro, tramite la legge 30 ha avuto ripercussioni anche nella scuola. Capita, ad esempio, che docenti precari siano stati sostituiti con altri colleghi durante l’anno scolastico. Ciò ha comportato la perdita di lavoro per i docenti e una grande discontinuità didattica, negativa per gli studenti».
Che ruolo potere ricoprire in questa vertenza?
«Abbiamo già mandato una lettera di solidarietà agli insegnati del Flc. Cercheremo di dare un apporto alla loro lotta. Il contributo degli studenti può essere significativo in questa lotta».
In Francia la protesta è partita dalle Università. È possibile replicare anche qui tale movimento di contestazione?
«Beh sarebbe l’ora. È indubbio che esiste un legame forte tra l’istruzione e quello che sta succedendo nel mondo del lavoro. Se ti abituano già nella scuola ad essere precario, come studente, ti abituano per la vita ad esserlo. Se la scuola non assicura l’accesso ai sapere e viene insegnato ad essere precario si mina alle fondamenta un intero sistema sociale e culturale. E questo già avviene con la riforma Moratti che prevede che a 16anni gli alunni debbano fare l’apprendistato in aziende senza diritti o tutele».
( fra. mar. cir.