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Nuova Sardegna: «Colpi di scure su studenti e professori»

Sit-in Cgil a Cagliari. L’assessore regionale indice un vertice e assicura: reagiremo

16/09/2008
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Nuova Sardegna

Insegnanti di sostegno ridotti di altre 252 unità Smantellati i corsi serali per adulti e nel Nuorese cancellate dieci sezioni per i bimbi più piccoli
ALESSANDRA SALLEMI -CAGLIARI.

In Sardegna ci sono 4.400 alunni disabili, gli insegnanti di sostegno verranno ridotti di altre 252 unità e ne resteranno 2.381. I corsi serali per gli adulti sono stati smantellati. Nel Nuorese quest’anno non apriranno 10 sezioni della scuola dell’infanzia. A Villamar è stata spazzata via una terza classe di istituto superiore cosicché gli studenti di prima e seconda non possono arrivare al diploma intermedio senza trasformarsi in pendolari: è lunga la lista delle scelte inique che flagelleranno la vita delle famiglie sarde con figli a scuola in una regione che ha già un tasso di dispersione scolastica elevato (il 28 per cento contro il 20 della media nazionale) e dove il Governo pensa di ridurre il tempo pieno delle elementari al 16 per cento del totale degli istituti contro il 50 per cento di regioni come il Piemonte. Dunque ieri la Cgil di tutti i livelli, nell’occasione del primo giorno di scuola, ha fatto un sit-in davanti all’assessorato regionale, la richiesta era la stessa di due settimane fa davanti alla direzione scolastica dell’isola: che si difenda l’istruzione in Sardegna. «Non è vero che la Regione ha fatto tagli - spiega Peppino Loddo segretario regionale Flc-Cgil - ma è vero che non fa nulla per trattare condizioni migliori col Governo. Altre regioni ci sono riuscite». In serata l’assessore Maria Antonietta Mongiu replica e assicura: «Le scelte ministeriali penalizzano gravemente la scuola della Sardegna e non siamo disposti ad accettarle passivamente». Nell’annunciare per domani un nuovo incontro con la direzione dell’ufficio scolastico nell’isola, i sindacati, l’Anci e l’Ups, aggiunge poi: «Non subiremo provvedimenti peggiorativi del servizio didattico e formativo, lesivi del diritto al sostegno degli alunni portatori di handicap, generanti il sovraffollamento delle classi e la chiusura di plessi. Questa Regione ha sostenuto più volte nei fatti che il sistema scolastico è una sua priorità e intende dimostrarlo anche in questa occasione».

Guai a chi inventa la giustificazione del calo demografico isolano: 4mila alunni in meno tra il 2007-2008 e l’anno che comincia (in tutto 220 mila e 281 alunni) non spiega assolutamente «la riduzione di oltre 330 classi», è scritto nella nota della Cgil. I conti danno ragione al sindacato: la riduzione di oltre 330 classi è pari a 11.567 alunni. Tutto questo tagliare manderà a casa 1990 insegnanti «e il sistema scolastico sardo si ridurrà a una situazione di pura sussistenza anche perché, nel passato recente, circa 6 mila docenti - è scritto nella nota distribuita ieri in viale Trento davanti all’assessorato alla Pubblica istruzione - sono stati falcidiati». Ancora, logica conseguenza: le immissioni in ruolo degli insegnanti saranno dimezzate rispetto alle previsioni. Precari a vita, quindi e insegnanti di ruolo sempre più anziani: diventeranno titolari di cattedra solo 600 docenti e 150 unità del personale Ata (amministrativi, bidelli ecc.). Il parco delle aspettative è composto da 4mila docenti precari e 1.935 dipendenti Ata. Quindi Cgil annuncia una stagione di lotte «perché l’intento del Governo è di trasformare il diritto all’istruzione in un privilegio di pochi».

Sul fronte della protesta altri gruppi preparano azioni contro il decreto Gelmini: i Verdi della provincia di Cagliari fanno sapere di «aderire alla campagna nazionale contro la restaurazione del maestro unico» e cominciano una raccolta di firme (in piazza Costituzione a Cagliari, per continuare in tutti gli altri paesi).

Abc, l’associazione dei bambini cerebrolesi, garantisce (annunciano Rita Polo e Marco Mirai) l’appoggio «alle famiglie che vorranno intentare una causa contro il ministero della Pubblica istruzione per veder riconosciuto il diritto allo studio degli alunni disabili. «Con la riduzione delle ore di sostegno, i nostri figli non possono più frequentare la scuola - denuncia Mirai - Chi l’anno scorso aveva 18 ore, ora se ne ritrova 9. C’è anche un caso eclatante passato da 23 a 6 ore». Il consigliere regionale del Pd, Marco Espa, sta valutando se la Regione possa impugnare il decreto Gelmini davanti alla Corte costituzionale. La Toscana l’ha fatto