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NuovA sARDEGNA-In 5mila hanno bocciato il ministro Moratti

In 5mila hanno bocciato il ministro Moratti I sindacati trovano coesione e i docenti sfilano compatti contro la riforma Un numero inatteso di partecipanti in corteo con i conf...

16/11/2004
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Nuova Sardegna

In 5mila hanno bocciato il ministro Moratti
I sindacati trovano coesione e i docenti sfilano compatti contro la riforma
Un numero inatteso di partecipanti in corteo con i confederali: sono decine di lavoratori che aderiscono ad associazioni ma anche genitori preoccupati per il futuro dell'istruzione dei figli


CAGLIARI. Le bandiere di Cgil, Cisl, Uil, Cobas e Gilda degli insegnanti s'agitano festose nel cielo limpido della fredda mattina cagliaritana. Festose, perché a dispetto di ciò che accade a Roma, almeno in Sardegna i sindacati sono riusciti a trovare un punto di unione che ha permesso di sfilare compatti. E festose anche perché i numeri alla fine sono da capogiro: cinquemila persone scese in piazza per dire 'no' alla riforma della scuola e ai tagli imposti dal Governo con l'ultima legge Finanziaria. Accanto ai sindacati, hanno deciso di aderire alla protesa decine di sigle e associazioni.
Sinistra giovanile, Comunisti italiani, Cip (Comitato degli insegnanti precari), Comitato scuola città, Cagliari social forum... Ma ci sono anche centinaia e centinaia di 'cani sciolti': famiglie intere, pronte a dire che a loro no, questa riforma davvero non piace, e che sono 'preoccupate per il futuro dei loro figli'; insegnanti in pensione che davanti al degrado culturale della scuola targata Moratti, quasi gridano allo scandalo, precari storici che si sentono tolta ogni speranza di un futuro certo. "Dalle scuole materne sino alle superiori, e anzi sino all'università, questa riforma va in una sola direzione - dice Pietro Demurtas, dei Cobas - Togliere soldi alla scuola pubblica e agevolare l'istruzione privata".
Introduzione del maestro unico, figura del tutor, ingresso alla scuola d'infanzia a due anni e mezzo e non più a tre: sono solo alcune, ma significative, novità volute dalla riforma. Novità che però non possono essere accettate: 'Questa riforma così com'è va ritirata', taglia corto Peppino Loddo, segretario regionale della Cgil- scuola. I motivi? Noti e arcinoti: "Il maestro unico, ad esempio, - dice Loddo - è un ritorno al passato: la rottura di un sistema invidiatoci da tutta l'Europa, grazie a quella separazione dei saperi tra diversi insegnanti che ha permesso per anni d'offrire ai bambini maggiori conoscenze su diversi ambiti di discipline". Non è tutto: "Si tratta di una riforma classista - dicono i sindacati - Inaccettabile in un paese che ha fatto dell'accesso all'istruzione aperto a tutti il suo fiore all'occhiello". "Senza possibilità d'istruzione non c'è futuro - si legge nei volantini distribuiti dai Comunisti italiani - E senza istruzione non c'è lavoro". Con queste convinzioni scendono in piazza i giovani: "Dietro la riforma della scuola c'è una precisa volontà ideologica - è il pensiero di Luca Pizzuto, responsabile regionale per la scuola della Sinistra giovanile - Per capirlo basta guardare la riforma all'interno dell'intero sistema: un sistema che con la Finanziaria continua a tagliare, che sta modificando pericolosamente la Costituzione". Tra slogan gridati a perdifiato, e danze improvvisate, ce n'è anche per la Regione che, dice Tonino Iozza, della Gilda degli inseganti, 'ancora non sta facendo il suo dovere a pieno e ancora non ci ascolta', e per lui, il direttore della scuola sarda Armando Pietrella: "Dice che lui è solo un funzionario dello Stato, che la riforma deve applicarla e basta - attacca Peppino Loddo - Balle: ci spieghi allora perché, in altre regioni, i suoi colleghi hanno fatto di tutto per non applicare questa 'Controriforma', andando persino a battere i pugni sul tavolo della Moratti". Mentre il corteo avanza, e passo dopo passo sembra persino crescere, squilla un telefonino: all'altro capo c'è Nicola Giua, rappresentante dei Cobas, volato per protestare a Roma. 'Una manifestazione imponente, riuscitissima', dice. Ed è l'ennesima soddisfazione, dopo quella registrata in casa.
Sabrina Zedda