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Nuova Sardegna-La noia impartita per decreto

La noia impartita per decreto "Solo a 14 anni un alunno saprà come viveva il nonno" GLI INSEGNANTI Le incongruenze nelle elementari ...

18/10/2004
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Nuova Sardegna

La noia impartita per decreto
"Solo a 14 anni un alunno saprà come viveva il nonno"
GLI INSEGNANTI Le incongruenze nelle elementari


MILANO. Alle elementari i bambini rischiano di ripetere il programma di storia e geografia già studiato l'anno prima mentre gli studenti delle medie si ritrovano meno Internet, italiano e inglese. Sono solo alcune delle incongruenze della riforma raccontate dagli insegnanti. Alla scuola primaria spetta da quest'anno solo lo studio dell'epoca antica.
Qusto mentre fino all'anno scorso, dalla terza alla quinta, si copriva fino all'epoca moderna.
"Così oggi - spiega Floriana Savarese, insegnante di italiano e storia alla scuola "Orsa Maggiore" di Roma - i bambini di quarta e quinta dovrebbero studiare cose già fatte. Questo toglie loro tutta la motivazione. Per quanto sia interessante approfondire, a chi ha 8 anni interessa di più sapere cosa hanno vissuto i loro nonni".
"E poi guardano la tv, vedono cosa accade nel mondo e con questa riforma dovranno aspettare fino a 13-14 anni per capire perchè".
Il collegio docenti deve ancora prendere una decisione, ma la maggioranza degli insegnanti è propensa a mantenere il vecchio programma. Famiglie e alunni sono con loro: i piccoli hanno persino scritto al ministro. Ma non è l'unico problema.
Mancano gli insegnanti di ruolo, "siamo pieni di supplenti e per le nomine si parla di novembre", e per i disabili il sostegno è irrisorio: "Bambini con disabilità gravissime hanno diritto a non più di due ore di sostegno su 8 di scuola. Per il resto sono affidati a noi: vorrei che il ministro venisse qui e ci dicesse come dobbiamo fare".
E se si passa in una scuola media i problemi si ripropongono a partire dallo studio della storia. I nuovi programmi prevedono di iniziare in prima con il Medio Evo tagliando via l'epoca antica.
"I nuovi libri partono già dal Medio Evo ma noi non li abbiamo adottati" spiega Flora Scherillo, insegnante di lettere alla media statale "Leonardo Da Vinci" di Brugherio nell'hinterland milanese.
Lei delle diciotto ore di lezione che aveva per le classi a tempo prolungato ora se ne ritrova solo nove.
I suoi alunni dovrebbero poi studiare più inglese, "ma ci sono meno ore", e più Internet, ma "di computer nuovi non se ne sono visti" e poi fino all'anno scorso "veniva insegnato dai docenti di educazione tecnica cui sono state dimezzate le ore. Ora dovrebbero insegnarlo quelli di matematica, ma serve formazione". Qui sono riusciti a garantire il tempo pieno, ma per il futuro non si sa "perchè questa è una riforma a costo zero". (m.v.)