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Nuova Sardegna: Scuola, organici insufficienti

Il sindacato: pendolarismo esasperato e libri costosi

22/08/2007
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Nuova Sardegna

SABRINA ZEDDA

CAGLIARI. Anno scolastico nuovo ma problemi vecchi: a poche settimane dal suono della prima campanella, edilizia scolastica, organici e qualità della didattica sono questioni tutte da risolvere. ‹‹Altro che i proclami del ministro dell’Istruzione, Fioroni, che parla di nuovo esame di maturità e di esami di riparazione», attacca il leader regionale della Cgil scuola, Peppino Loddo.
Occorre risolvere i problemi concreti. Un richiamo che vale anche per la Regione, e che vede d’accordo anche la Cisl: ‹‹Al ritorno dalle vacanze - avverte la segretaria regionale, Oriana Putzolu - sui problemi dell’istruzione occorrerà riavviare il dialogo››. Organici che nonostante le recenti immissioni in ruolo continuano a non bastare, edifici scolastici fatiscenti, insegnanti di sostegno ancora insufficienti: è soprattutto su queste partite che nel 2007-2008 la scuola sarda dovrà misurare la sua qualità. ‹‹Quest’estate - ricorda Peppino Loddo - il ministero ha provveduto a nuove immissioni in ruolo: per la Sardegna sono state 1.500 ma ancora siamo lontani dall’obiettivo››. Già perché, va avanti Loddo, ‹‹ci sarebbe ancora un 30 per cento di vuoti››, segno che ‹‹il cammino verso la stabilizzazione è ancora lungo››.
C’è poi la spinosissima questione della qualità della didattica: ora che l’obbligo scolastico è stato ri-innalzato sino ai 16 anni (il precedente ministro Letizia Moratti lo aveva invece abbassato a 14 anni) è necessario, sottolinea Peppino Loddo, ‹‹garantirlo meglio››. Che cosa significa? ‹‹Significa, ad esempio - spiega Loddo - dire addio a un pendolarismo esasperato, e mettere gli studenti nelle condizioni di andare a scuola senza doversi disperare perchè la maggior parte della giornata va via mentre s’aspetta la corriera››.
Ma significa anche tenere gli occhi aperti per non lasciarsi sfuggire le opportunità d’investimento che ogni tanto capitano. ‹‹Lo scorso anno scolastico - racconta Peppino Loddo - il ministero dell’Istruzione ha messo in campo 30 milioni di euro per le cosiddette “sezioni primavera”, cioè per far sì che le scuole dell’infanzia potessero attrezzarsi in modo da ospitare bambini anche di due anni››. Per molti genitori sarebbe stata una mano santa. ‹‹E invece da noi quasi nessuno sapeva nulla - denuncia Loddo - colpa della direzione scolastica ma anche della Regione, che si sono attivate davvero poco per far conoscere quest’opportunità: alla fine i benefici sono andati alle scuole private che, invece, sapevano e che per ogni progetto hanno ricevuto 30mila euro››. Se questo è il modo in cui si gestisce l’istruzione, è evidente che bisogna rimboccarsi le maniche, dicono i sindacati. ‹‹Anche perchè - osserva Oriana Putzolu - occorre assolutamente invertire la tendenza che vede la scuola sarda agli ultimi posti in Italia››. Una tendenza, ricorda la sindacalista, ben descritta nei mesi scorsi dai dati della rivista “Tuttoscuola”, che nella sua speciale classifica sulla qualità della scuola in Italia, collocava Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano, agli ultimi posti. ‹‹Occorre recuperare il gap e per farlo occorre stare anche vicino alle famiglie››, dice Putzolu, riferendosi in particolare ai nuclei più disagiati. Nuclei che anche quest’anno avranno un bel daffare con i prezzi dell’attrezzatura scolastica ancora in aumento: secondo un’indagine di Federconsumatori per i libri è previsto un rincaro del 5 per cento, mentre per diari, astucci, quaderni l’aumento stimato è del 7 per cento. ‹‹C’è da chiedersi - dicono in molti - come si possa parlare di obbligo scolastico, quando davanti a questi aumenti le famiglie sono lasciate sole››.