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Nuova Sardegna-Scuola, sarà l'anno della confusione

POLEMICHE Scuola, sarà l'anno della confusione Per centoduemila studenti resta lontano il riordino dell'istruzione Cgil e Cobas elencano problemi politici e struttural...

24/08/2005
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Nuova Sardegna

POLEMICHE
Scuola, sarà l'anno della confusione
Per centoduemila studenti resta lontano il riordino dell'istruzione
Cgil e Cobas elencano problemi politici e strutturali: "Reagiremo"


CAGLIARI. Riforma targata "Moratti" difficile da digerire, assunzioni inadatte a coprire il reale fabbisogno, investimenti col contagocce, che si traducono in una perdita di qualità. E ancora una situazione edilizia ferma all'anno zero. A poche settimane dal suono della campanella che riporterà sui banchi di scuola centoduemila studenti di tutta la provincia, problemi vecchi e nuovi tornano a preoccupare. E nonostante le temperature, scese parecchio negli ultimi giorni, quello che si prospetta per il pianeta istruzione è un autunno caldissimo. Rispetto al passato il nuovo anno scolastico s'apre con poche novità: qualche assunzione, cui s'aggiungono le proteste per il riordino dell'istruzione superiore, che comunque non partirà prima del 2006- 2007.
E tanto basta per tirare una prima conclusione: "Se rispetto allo scorso anno cambierà poco - sospira Peppino Loddo della Cgil scuola regionale - Vuol dire che anche stavolta ci troveremo davanti a un sistema scolastico in affanno". Sulla stessa lunghezza d'onda è Giancarlo Della Corte, dei Cobas, che parla di un ennesimo "anno di passaggio", in cui a più da un anno dalla sua approvazione, la riforma voluta dal ministro all'Istruzione Letizia Moratti, è ancora largamente disattesa. "I fatti sono sotto gli occhi di tutti - dice Dalla Corte - Il ministro non può più far finta di niente". Ecco dunque cosa bisognerà aspettarsi: "Se analizzassimo la situazione nelle scuole dei diversi gradi - dice Loddo - in nessun caso ci sarebbe di che essere contenti". Si prendano le scuole d'infanzia, ad esempio. "C'è il problema degli anticipi - dice Loddo - su cui non abbiamo alcuna garanzia". Bambini a scuola sin dai due anni e mezzo, dice la riforma, di fatto il precetto è inapplicabile: "Mancano ancora le intese tra scuole ed enti locali, manca il personale specializzato, mancano persino gli spazi e attrezzature minime come i fasciatoi", va avanti Loddo. Messa da parte la questione sulla convenienza, dal punto di vista pedagogico, di mettere nella stessa classe bimbetti di due anni e mezzo con altri più grandi di almeno sei mesi, il problema ha altri contorni: "Non siamo contro le famiglie che vorrebbero optare per questa scelta - dice Loddo - Il fatto, ripeto, è che non ci sono garanzie sulla sua fattibilità". Per le altre scuole tra i problemi da mettere in conto c'è quello del "tempo scuola" ("vorremmo capire - dice Loddo - se ci saranno almeno 30 ore settimanali, con la possibilità d'arricchire i curricula dei ragazzi"), ma anche quello sul futuro assetto dell'istruzione superiore. "La Moratti ha lanciato l'esca - dice Giancarlo Della Corte - e così, anche se questo segmento della riforma è previsto dal 2006- 2007, già quest'anno potrebbero esserci delle scuole che vorranno sperimentare". Quali saranno? Impossibile saperlo, almeno così dicono dall'Ufficio scolastico regionale. La novità comporterebbe una rivisitazione dell'assetto scolastico, dai programmi didattici alla funzione dei docenti. Non solo: prevederebbe anche una netta divisione tra licei (di competenza statale) e formazione professionale che verrebbe regionalizzata. "Significa - dice Loddo - che molti istituti ora statali possano passare alla Regione. Tra il personale c'è preoccupazione: in tanti hanno già chiesto il passaggio ai licei per paura di vedere cambiato il loro attuale stato".
E veniamo al problema personale: "In tutta la regione ci sono state 1500 assunzioni - dice la Cgil - quasi la metà nella sola provincia di Cagliari. Siamo contenti per chi ha potuto avere finalmente un posto stabile, ma diciamo anche: il fabbisogno è stato coperto al 50 per cento. Con l'ex ministro Berlinguer le cifre previste erano altre". Ancora: "Siamo senza un contratto - denuncia Della Corte - e meno che mai vicini a un salario pari a quello di altri paesi europei".
Le proteste non si faranno attendere: entro la fine di settembre, dicono i sindacati, se ne vedranno delle belle.
Sabrina Zedda