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Puglia. La Consulta boccia gli accorpamenti Scuola a richio caos

Gelmini ko, accolto il ricorso della Puglia Ma unioni e trasferimenti sono già operativi

09/06/2012
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Corriere del Mezzogiorno

BARI — La Corte Costituzionale dà ragione alla Puglia che insieme ad altre sei regioni (Toscana, Emilia, Liguria, Umbria, Sicilia e Basilicata) aveva presentato ricorso contro il decreto del 6 luglio 2011, conosciuto come legge Gelmini. Più in particolare la Regione Puglia si era opposta alla norma che obbligava i territori a procedere con gli accorpamenti e con la creazione di istituti comprensivi con un minimo di mille alunni: per la Puglia le decisioni sull'organizzazione del servizio scolastico sono di esclusiva competenza delle Regioni e non dello Stato, al quale spetta solo l'intervento «su norme generali sull'istruzione». «Le nuove regole - si legge nel ricorso - precludono invece l'esercizio di scelte che sono la ragione stessa dell'autonomia che la Costituzione riserva alle Regioni». La sentenza della Corte ha ritenuto fondato il ricorso ma, con questa decisione, ha mandato in tilt la stessa Regione Puglia e l'intero apparato amministrativo dell'ufficio scolastico che si occupa degli accorpamenti, degli organici e delle iscrizioni per il prossimo anno.
La Puglia infatti, aveva sì presentato ricorso alla Corte Costituzionale, ma nel gennaio scorso aveva comunque varato il nuovo piano di dimensionamento, in base alla legge Gelmini. Istituendo 128 istituti comprensivi (riuniscono le scuole materne, elementari e medie sotto un unico dirigente), nati in seguito alla soppressione delle autonomie delle scuole al di sotto dei 600 alunni. In Puglia, secondo questo piano, si sono perse 28 autonomie per le scuole superiori e 160 per il primo ciclo (materne, elementari e medie). La macchina in sostanza è stata già avviata per il nuovo anno e anche i trasferimenti del personale sono stati pubblicati proprio pochi giorni fa. «Siamo soddisfatti della decisione della Corte Costituzionale che ha accettato il nostro ricorso - spiega l'assessora regionale al Diritto allo studio, Alba Sasso - ma ora dobbiamo capire come comportarci. Il problema è che questa decisione è arrivata troppo tardi e tutto è stato già fatto. Mi metterò in contatto con il ministero e con le altre regioni per capire come regolarci».
Una simile situazione si era presentata già nel 2009 e la materia era quella del taglio degli organici. In quell'anno nulla cambiò. Il caos quindi è alle porte per la scuola pugliese: o si decide di bloccare tutti i trasferimenti ma questo comporterebbe ritardi nell'avvio dell'anno scolastico o si procede con il piano di dimensionamento approvato. I sindacati invitano l'ente guidato da Nichi Vendola a prendere provvedimenti al più presto. «Avevamo chiesto a Vendola, ai presidenti delle Province e ai sindaci di non presentare alcun accorpamento - spiega Claudio Menga della Flc Cgil di Bari - ma, per quanto riguarda la provincia di Bari, solo in 16 ci hanno ascoltato ed oggi sono loro i vincitori. I danni provocati dal piano di dimensionamento sono stati enormi: migliaia di famiglie lamentano l'interruzione della continuità didattica e lo spostamento degli uffici di segreteria, mentre le lavoratrici e i lavoratori della scuola affrontano con disagio il fenomeno della soprannumerarietà e della mobilità coatta». La Cgil chiede almeno di lasciare al loro posto i direttori di segreteria. «A questo punto - aggiunge Giovanni Verga, segretario generale della Uil scuola Puglia - è giusto che la Regione Puglia faccia le opportune valutazioni politiche e studi la formula migliore per fare il punto sul piano di dimensionamento scolastico. Oggi la visione ragionieristica dell'universo formativo ne esce sconfitta, a vantaggio di una scuola di qualità, che deve diventare riferimento per un nuovo percorso di crescita, sia a livello regionale che nazionale». «Questa è la giornata della rivincita del mondo della scuola - ha dichiaralo Pierfelice Zazzera, vicepresidente della commissione Cultura della Camera dei deputati - invitiamo le Regioni a sospendere immediatamente gli accorpamenti, che hanno portato alla cancellazione di 2.000 presidenze».
Samantha Dell'Edera