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Repubblica: Al liceo professori estratti a sorte. Torino, rivoluzione al D´Azeglio

La novità dal preside contro le richieste di raccomandazioni dei genitori per scegliere le classi dei figli

31/08/2006
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la Repubblica

TIZIANA CATENAZZO

TORINO - Lì volevano tutti lì i loro figli, in quella sezione B del D´Azeglio, che aveva visto passare sui suoi banchi, sia pur ormai oltre mezzo secolo fa, Cesare Pavese e Giulio Einaudi, Massimo Mila e Vittorio Foa, Primo Levi e Giancarlo Pajetta. O al limite nella sezione A frequentata da Norberto Bobbio, Leone Ginzburg, ma anche da Gianni Agnelli, Piero Angela e dal premio Nobel per la medicina Salvatore Luria. Tanto hanno fatto per ottenere la classe che preferivano, i genitori degli iscritti al primo anno del liceo classico più glorioso di Torino, che il preside Salvatore Iuvarra ha detto basta: e ha deciso che quest´anno, per evitare sospetti e ingiustizie, la composizione della classi sarà fatta con una estrazione a sorte.
Un gioco del Lotto sul futuro dei ragazzi che avrà il suo clou il 7 settembre, alle 18, quando nella storica sede di via Parini verranno sorteggiati i nomi che saranno assegnati alle diverse sezioni. Sono 216 gli iscritti alla quarta ginnasio e otto le classi che saranno formate. Il meccanismo è però più complicato di quello per il tabellone dei mondiali di calcio: a essere estratti infatti non saranno i nomi dei ragazzi, troppi, che saranno accorpati in precedenza in gruppi omogenei di circa 25 unità, equilibrati anche per ciò che riguarda i risultati scolastici pregressi. Per evitare così la formazione di classi "speciali", nel bene e nel male. Saranno estratti invece i gruppi di docenti: si rompe così una tradizione secolare che vuole, in Italia, il professore (se di ruolo) legato in pratica in eterno a una certa sezione. Unica eccezione sarà la sezione C: è l´unica in cui si insegna come lingua straniera il francese. E chi ha scelto quell´idioma, una ristretta minoranza ormai anche nella sabauda e francofona Torino, ha avuto il privilegio di sapere in anticipo il proprio destino.
«A giugno - spiega - il preside - quando i genitori sono venuti a iscrivere i figli, non abbiamo accettato nessuna richiesta, né preferenza. Estrarremo a sorte l´appartenenza degli alunni alle varie classi perché nessuno debba poi temere di essere stato trattato diversamente, o di essere capitato nella classe "sbagliata" perché altri erano più "raccomandati" di lui. Anche perché qui non esistono classi giuste o sbagliate». E perché proprio un sorteggio? «Perché un´estrazione pubblica è un´operazione elegante e di assoluta trasparenza». Ma in questi giorni le delusioni dei parenti si sprecano anche perché chi iscrive il proprio figlio a una scuola lo fa proprio perché ha sentito parlar bene di uno o di più insegnanti. Non è il «buon nome» degli insegnanti ad attirare iscrizioni? «Si tratta spesso di pregiudizi - replica Iuvarra - perché i risultati dipendono certo dal lavoro dei docenti, ma anche dall´organizzazione complessiva della scuola. E soprattutto dall´impegno degli allievi. Alla fine è questo che fa la differenza».