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Repubblica-BAri-Bulli, i presidi chiedono aiuto

I PROBLEMI DELLA SCUOLA Viaggio negli istituti più caldi in città: così davanti alle scuole si fronteggia l'assalto delle bande di violenti Bulli, i presidi chiedono aiuto "Ogni giorno in ...

23/09/2005
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la Repubblica

I PROBLEMI DELLA SCUOLA
Viaggio negli istituti più caldi in città: così davanti alle scuole si fronteggia l'assalto delle bande di violenti
Bulli, i presidi chiedono aiuto
"Ogni giorno in trincea per proteggere i nostri ragazzi"

Il momento più critico è l'uscita, tutti invocano più controlli di polizia e vigili
Dalla Quasimodo alla Pascoli, tensione e paure: ma serve anche tanta pazienza

cristina zagaria
cancelli, grate, finestre chiuse con i lucchetti, spedizioni punitive e scuole di trincea. Dopo i due quindicenni che hanno fatto irruzione nella scuola media "Lombardi" armati di pietre e il grido di allarme di uno dei decani tra i presidi baresi, Ugo Castorina, gli altri dirigenti scolastici chiedono aiuto e raccontano una routine di "bullismo", classi difficili, paziente lavoro educativo, paura e chiamate in extremis al 112.

"Proprio oggi (ieri ndr) quando è suonata la campanella ho visto un gruppo di ragazzacci appollaiati sulle gradinate della scuola, che infastidivano alunni e genitori - racconta Maria Faretra, preside della media "Quasimodo-Melo", a Libertà - sono uscita personalmente per allontanarli. Sono molto rigida, ma a volte neanche una preside basta". Il gruppo di bulli, infatti, si è limitato a spostarsi dalle scale al marciapiede. "Ho chiamato sia il 112 che la polizia. E domani li chiamerò mezz'ora prima della campanella. E li chiamerò anche dopodomani e se sarà necessario per tutto l'anno, se questi ragazzacci continuano a bazzicare intorno alla scuola. Perché solo una divisa può davvero intimorirli". La "Melo" è una "aperta a tutti" come dice la preside, con diversi alunni a "rischio", dove anche "le ragazze imitano i maschi e sono aggressive", dove la stessa Faretra viene insultata e i genitori si lamentano per alcuni studenti sono violenti.
"La mia è una scuola con le grate - dice la dirigente - Una scuola dove ho dovuto chiudere le finestre con i lucchetti per proteggere i miei alunni da chi lancia le pietre. Lo so non è bello, ma è necessario. Però è anche una scuola dove il diritto allo studio è garantito anche per chi è rifiutato dagli altri Istituti". Più che una scuola di trincea è una scuola di scommessa. Come la "Giovanni Pascoli", in via Pizzoli. "Il bullismo? Esiste - dice il preside Eugenio Scardaccione - e in casi di emergenza è necessario chiamare i carabinieri, ma io credo in un discreto e paziente lavoro educativo. Nelle mie classi ci sono casi "a rischio", ma bisogna amplificare il positivo". Michele Karaboue, 17 anni, sta organizzando con il questore un convegno sulla legalità. Per lui, presidente della consulta dei ragazzi della Provincia: "i bulli sono pochi ragazzi, che non rappresentano gli studenti". Altra scuola "calda" è la "San Nicola", nel Borgo Antico. "Per contenere gli studenti più "esuberanti, soprattutto nelle ultime ore - dice la neo preside Renata Bellini - non lascio mai in classe un solo insegnate, preferisco fondere diversi gruppetti e avere in cattedra due adulti". Nuovo preside anche per la "Verga", a Japigia.
"All'uscita io, i professori, i bidelli - dice il dirigente Gaetano Modesto - e un vigile, che fa servizio davanti alla scuola da anni, guardiamo i ragazzi con cento occhi e fino ad oggi non abbiamo avuto casi di bullismo eclatante". Però Modesto che per tre anni è stato alla guida della "Pascoli", ricorda "le spedizioni punitive degli alunni della Carducci che arrivavano nei cortili per sfidare i ragazzi". Ogni preside, in ogni quartiere, chiede aiuto al Comune e alel forze dell'ordine, ma intanto trova la sua ricetta di sopravvivenza quotidiana, alternando il pugno di ferro al dialogo. "I bulli ci sono e ci sono anche le "bulle". Siamo sempre sul chi va là - dice Giuseppe Capozza dell'"Azzarita De Filippo", a San Paolo - ma credo che bastino i vigili e i finanzieri in pensione per controllare i ragazzi, insieme con la pazienza. A volte bisogna alzare la voce, ma bisogna sempre parlare". All'"Azzarita" ci sono le grate alle finestre e il preside ha chiesto un cancello scorrevole per proteggere le vetrate. "Grazie al vigile che veglia la nostra scuola da anni - dice Nicola Messina della "De Marinis" di Carbonara - riusciamo a tenere sotto controllo i "perdigiorno"". Così tra educazione e repressione, tra lezioni extrascolastiche e scuole blindate, i presidi cercano di contenere "la rabbia che i nostri ragazzi hanno dentro" come dice Giuseppe Paciullo della "Aldo Moro", scuola tra Santo Spirito ed Enziteto.


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