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REpubblica- Bari-I ricercatori scrivono a Ciampi: "Presidente, fermI la Moratti"

feb 2004 da La Repubblica di Bari: "Caro Presidente, prenda a cuore le nostre sorti": gli universitari pugliesi chiedono a Carlo Azeglio Ciampi di bloccare il disegno di legge delega che riforma...

07/02/2004
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la Repubblica

feb 2004
da La Repubblica di Bari:

"Caro Presidente, prenda a cuore le nostre sorti": gli universitari pugliesi chiedono a Carlo Azeglio Ciampi di bloccare il disegno di legge delega che riforma lo stato giuridico della docenza. Mai era accaduto che giovani ricercatori non strutturati, e quindi non rappresentati, si mobilitassero in massa organizzando spontaneamente la protesta. L'accorato appello è stato sottoscritto da oltre duecento studiosi di Bari, Foggia e Lecce: "Questa riforma - è scritto nel documento - attuata con metodi impositivi e senza coinvolgimento delle parti interessate, pone una grave ipoteca non solo sul destino della ricerca pubblica in Italia, ma più in generale sullo sviluppo culturale del nostro Paese". Nel mirino c'è l'introduzione dei co.co.co al posto della figura del ricercatore a tempo indeterminato: "Così si prolunga il periodo di precariato economico e incertezza esistenziale già molto lungo nel sistema attuale. Una flessibilità così intesa - denunciano i ricercatori - senza un adeguato aumento dei finanziamenti di fatto non incrementa le opportunità di lavoro nel settore. Tutto ciò mortifica la qualità della ricerca italiana aggravando il divario con gli altri paesi d'Europa, scoraggia quanti scelgono di intraprendere la carriera accademica e accresce il rischio di abbandono dell'Università da parte di quanti già vi operano".
Dietro queste parole ci sono le storie di centinaia di giovani che adesso vedono calare un'ombra sul proprio futuro professionale. Una di loro è Valentina Cuomo, che ha iniziato a lavorare alla facoltà di Lettere di Bari appena laureata. Sono passati dieci anni e oggi svolge attività di ricerca post-dottorato: "Nessuno di noi è strutturato - racconta - siamo una "non categoria", pur impegnando da anni tempo ed energie nel campo della ricerca. Abbiamo percorsi ed età diverse, dai venticinque sino alla soglia dei quaranta: quell'arco temporale della vita in cui si fanno le più importanti scelte non solo professionali, ma anche personali e familiari". Se il ministero non cambierà rotta, Valentina non esclude la "fuga": "Questo provvedimento taglia le gambe in partenza. E le prospettive sarebbero nulle: si tratterebbe di lavorare per anni a stipendi minimi e nell'assoluta incertezza. Anche se a malincuore, perché le radici sono qui, se avessi qualche offerta da qualche istituzione straniera, accetterei di partire". Dello stesso avviso Stefania Montecalvo, dell'Università di Foggia. Da quando ha vinto il concorso per ricercatore, ha dovuto aspettare un anno prima di prendere servizio: "Se sono riuscita ad entrare - racconta - è grazie all'intervento del Presidente della Repubblica che con la sua presa di posizione a sostegno della ricerca ha consentito lo sblocco delle assunzioni. La proposta di legge della Moratti va nel senso opposto, verso la precarizzazione selvaggia". Anche per la ricercatrice foggiana questo percorso scoraggerà i migliori: "Se potranno, andranno all'estero. Non dimentichiamo che in Italia siamo una categoria malpagata. Inutile mitizzare il modello estero, nordeuropeo e statunitense, per non applicarlo né dal punto di vista dell'operatività, né della retribuzione".
"Io rappresento il precario dei precari - dice con amara ironia Menico Caroli, assegnista di Foggia - ho un borsa di studio di durata biennale, rinnovabile una sola volta". Davanti a sé non più una prospettiva da ricercatore ma da co.co.co. Ancora incertezza, quindi, e chissà per quanto altro tempo: "In questa situazione di emergenza che si è venuta a creare - sotiene Caroli - c'è un comune sentire contro questa proposta. Io faccio l'esempio a me più vicino. A Foggia Lettere è una facoltà molto giovane: come può decollare la ricerca con questi presupposti?". E mentre il tamtam dei messaggi di protesta delle giovani leve universitarie attraversa via Internet la Puglia, cresce la mobilitazione dei professori di tutte le fasce, che parteciperanno compatti alla manifestazione di Roma del 17 febbraio.

Elena Laterza


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