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Repubblica/Bari: I tagli alla scuola e la nostra civiltà

In realtà pensano ossessivamente a smantellare la scuola pubblica, a impiantare una scuola privata per la nuova classe dirigente

14/09/2008
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la Repubblica

Antonio Guida

Cresce anche in Puglia la protesta contro la politica dei tagli alla scuola come testimoniano le manifestazioni come quella promossa dai sindacati confederali e dallo Snals tenutasi ieri mattina davanti ai cancelli della Fiera del Levante a Bari in occasione dell´inaugurazione della Campionaria barese alla presenza del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Recentemente ho visto il film "Tutta la vita davanti" e davvero mi sembra necessario fermare la strage di precari. Tanto più che qualsiasi organismo non potrebbe vivere senza il necessario ricambio generazionale, senza un rinnovamento che assicuri il mix di esperienza e nuove energie.
Non si può sottacere, però, che l´attacco alla scuola va respinto anche sul piano delle proposte e della chiarezza.
E´ in atto una campagna mediatica che insiste ossessivamente sul fatto che la scuola italiana sarebbe allo sbando. Si tratta spesso di un assunto indimostrato, che contrasta con la qualità e l´impegno profuso da tanti operatori. Personalmente ritengo che oggi la mole di lavoro di un preside sia 4-5 volte superiore a quella che era necessaria solo 10 anni fa. L´innovazione tecnologica e didattica sottopone molti docenti ad una messa in discussione quotidiana che è particolarmente apprezzabile.
Si tira sempre fuori la storia della maglia nera dell´Italia e della scuola meridionale nelle prove degli Ocse Pisa per i 15enni europei. C´è del vero in questo, ma va detto che i criteri che ispirano la valutazione Ocse Pisa hanno una impostazione diversa rispetto alla tradizione italiana ancora molto impostata sulla riforma di Gentile.
Personalmente condivido molto le indicazioni metodologiche suggerite in sede europea, il coinvolgimento attivo degli alunni, l´uso delle tecnologie a sostegno della didattica laboratoriale e credo che ogni scuola stia attrezzandosi al cambiamento.
Ci vogliono soldi, fiducia, incentivi, valutazioni del servizio e invece i maitre à penser, sempre pronti a dipingere una scuola allo sfascio, anziché puntare sulla scuola del cambiamento, anziché ridisegnare modalità di recupero di autorevolezza e prestigio, auspicano il ritorno al passato, al maestro unico, al grembiule e ad altri surrogati di stampo autoritario.
In realtà della scuola se ne infischiano. Dicono, ad esempio, che la storia è sempre quella e che non vale la pena cambiare i libri di testo. E invece la storia è cambiata tantissimo. Prima era la storia degli dei e degli eroi, dei re e dei papa, era la storia del documento scritto. Oggi è la storia dei popoli, della vita quotidiana e del modo con cui sono stati affrontati i problemi della convivenza civile; è la storia in cui le parole sono affiancate sempre più da film, foto, suoni perché le tecnologie informatiche hanno reso possibile riprodurre tanti linguaggi che erano stati finora penalizzati dall´invenzione della stampa di Gutenberg (che consentiva la riproduzione solo della scrittura).
In realtà pensano ossessivamente a smantellare la scuola pubblica, a impiantare una scuola privata per la nuova classe dirigente. Ma come può crescere l´Italia? Come potrebbe decollare un qualsiasi Paese che buttasse alle ortiche i giovani nella loro interezza? Il merito, il riconoscimento dell´impegno non va disgiunto dalle pari opportunità, dalle chances per tutti e, soprattutto dall´impegno per un bene comune che resta l´obiettivo fondamentale di ogni scuola del mondo.
Buon anno scolastico per tutti gli operatori scolastici di buona volontà.

dirigente scolastico

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