Repubblica: Bari, il piano del boss sul tavolo della Gelmini
Maxi blitz, il gip: quel progetto sull´università presentato dalla Savino a due ministeri Ma l´affare non è mai andato in porto La deputata: ho fatto solo quello che mi competeva
MARA CHIARELLI
GIULIANO FOSCHINI
BARI - L´affare da tre milioni di euro per la costruzione di un centro universitario, tanto caro al boss di Bari, Savinuccio Parisi, era arrivato sul tavolo di due ministeri italiani. E grazie all´interessamento della deputata del Pdl, Elvira Savino, aveva ottenuto dai palazzi romani una «dichiarazione di interesse» fondamentale per l´autorizzazione a costruire. A scriverlo è il gip di Bari, Giulia Romanazzi, nell´ordinanza di custodia cautelare che martedì ha fatto scattare le manette per 83 persone. Tra gli indagati c´è anche la deputata del Pdl, accusata di aver fatto da prestanome a Michele Labellarte, l´uomo incaricato dal clan di riciclare il denaro sporco. «La Savino - scrive il giudice - era perfettamente a conoscenza quantomeno della più importante operazione di reinvestimento degli illeciti capitali, e cioè il cosiddetto affare universitario. Successivamente alla sua nomina a deputato si è attivata, su sollecitazione dell´amico Labellarte, a presentare il progetto al ministero dello Sviluppo economico e dell´Istruzione. Da questi ministeri la deputata ha ottenuto una dichiarazione di interesse utilizzata in occasione della pre-conferenza di servizi». «Ho fatto quello che rientra nel lavoro di una parlamentare - si difende però la Savino - Presentai il progetto al sottosegretario Pizza e ne parlai con i collaboratori del ministro Gelmini. Mi spiegarono che non erano possibili finanziamenti e la storia finì lì». |