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Repubblica-Bari-L'EMERGENZA SCUOLA

DOMENICA, 12 SETTEMBRE 2004 Pagina V - Bari L'EMERGENZA SCUOLA LE CIFRE Bari- Sempre più numerose le aule con oltre 30 alunni: a dirlo è lo stesso ministero dell'Istruzione....

12/09/2004
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la Repubblica

DOMENICA, 12 SETTEMBRE 2004
Pagina V - Bari
L'EMERGENZA SCUOLA
LE CIFRE
Bari-
Sempre più numerose le aule con oltre 30 alunni: a dirlo è lo stesso ministero dell'Istruzione. Primato assoluto a Bari
Classi strapiene, record in Puglia
Elementari e medie le più affollate d'Italia. Cgil: colpa dei tagli
ANNA GRITTANI


Puglia, record italiano per le classi affollate. Primato assoluto. Questa volta però a denunciarlo non sono i presidi disperati per le aule che scoppiano. Lo scrive direttamente il ministero dell'Istruzione in un libretto di 67 pagine che fotografa la scuola nell'anno scolastico appena iniziato. Tra le cifre, che riguardano tutta l'Italia, il caso pugliese colpisce immediatamente: la regione si classifica al primo posto con una media generale di 22,08 alunni per classe, seguita dalla Lombardia con 21,89 e dalla Campania con 21,42. Il numero, a prima vista, potrebbe non sembrare così elevato: in realtà, però, si tratta di un quoziente che appiana le differenze. Avere un numero medio di 22,08 alunni per classe significa che ce ne potrebbero essere alcune di 16 ragazzi e altre (molte altre) che superano i trenta. Basta girare nelle scuole per rendersene conto.
A questa situazione si è arrivati dopo tre anni di tagli del personale docente, ridotto in Puglia di 1813 posti: 744 nel 2002, 742 nel 2003 e 327 nel 2004. La sforbiciata massiccia è stata possibile proprio aumentando gli alunni per classe e portando a 18 ore tutte le cattedre. Cosi la regione, che già era comunque tra le prime regioni in Italia per il rapporto tre alunni e classi, è balzata in testa.
Il numero 22,08 è una media tra le scuole di ogni ordine e grado. Se invece entriamo nel dettaglio delle situazioni, la stella della Puglia brilla indisturbata nella classifica della scuola primaria, dove peraltro il numero dei bambini si riduce di anno in anno per via della denatalità. Proprio lì il rapporto pugliese tra alunni e classi è di 20,25. Pochi? Tutt'altro se si pensa che al secondo posto c'è il Lazio con 19,18 alunni per classe. In pratica la Puglia distanzia il Lazio non di decimi, ma di 1,07 alunni. Peggio ancora nella scuola media, cioè nella secondaria di primo grado (come ha preferito ribattezzarla Letizia Moratti): qui gli alunni per classe in Puglia sono 22,43. L'ultima classificata, la Sardegna, ne ha soltanto 19,09, mentre il Molise, in coda per la scuola primaria, può affrontare l'anno scolastico con una media di 15,85 bambini per classe.
Se ci si sposta agli altri due ordini di scuola, la materna e la superiore, la Puglia non sale sul podio, ma nel caso della secondaria di secondo grado è quinta con 22,29 ragazzi per classe, distanziandosi di pochissimo dalla prima regione della lista che in questo caso è la Campania con una media di 22,88 alunni in ogni aula. Chi sta meglio è il Friuli-Venezia Giulia che di ragazzi per classe ne ha mediamente 20,13. La scuola dell'infanzia riserva il dato più sconcertante, questa volta, non per una questione di classifica ma proprio per l'entità del rapporto: la Puglia ha in media 23,37 bambini in ogni sezione. È nona in una lista deprimente. I bambini sono numerosissimi rispetto agli altri ordini di scuola: la Lombardia ne ha addirittura 24,88, l'elenco italiano scorre colmo di 24, 23 e 22, tant'è che la regione più fortunata è la Calabria con 20,44 bimbi per sezione.
Tornando in Puglia, la situazione di maggior affollamento riguarda la provincia di Bari (dove la scuola dell'infanzia ha 23,95 bambini per sezione, le elementari 20,84 e le medie 23,20 per classe). Alle superiori invece il primato spetta a Brindisi che riesce a totalizzare 23,04 ragazzi in aula contro i 22,71 del capoluogo.
Maurizio Lembo, per diversi anni segretario generale della Cgil scuola barese, e oggi impegnato nell'organizzazione del centro nazionale Flc-Cgil, non si stupisce. "Con la politica dei tagli - commenta - era prevedibile che si arrivasse a questo. Ma c'è di più: ormai i posti di chi va in pensione non sono più rimpiazzati nell'organico. Non ci sono insegnanti neanche per i laboratori di cui parla tanto il ministro nella riforma. Succede anche che il Miur conceda le classi richieste dalle scuole elementari, ma poi non dia gli insegnanti. Allora i circoli sono costretti a non attuare il modulo con i tre docenti e a sottomettersi invece alla logica del tutor". Ma non è niente a confronto dell'atmosfera generale che si respira negli ambienti dell'amministrazione scolastica. "C'è un clima oscurantista, dalle sanzioni disciplinari per chi non adotta il docente tutor all'obbligo che è stato imposto ai dirigenti dei Csa (gli ex provveditorati), di pubblicare le graduatorie nonostante fossero sbagliate. È successo in tutta Italia".