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Repubblica-Bari-Licei, lezioni di lingua a rischio

La riforma costringe gli studenti a cambiare insegnante ogni anno. Dai tre istituti scientifici baresi lettera aperta ai genitori Licei, lezioni di lingua a rischio La rivolta dei docent...

25/01/2004
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la Repubblica

La riforma costringe gli studenti a cambiare insegnante ogni anno. Dai tre istituti scientifici baresi lettera aperta ai genitori
Licei, lezioni di lingua a rischio
La rivolta dei docenti: Berlusconi non mantiene le promesse
GABRIELLA DE MATTEIS


Era una delle tre "i" di Berlusconi, la risorsa sulla quale il governo ha promesso di investire per rilanciare le capacità formativa della scuola italiana. E, invece, l'insegnamento di lingue straniere, è a rischio. A lanciare l'allarme sono i docenti dei licei scientifici di Bari, (il "Fermi", il "Salvemini" e lo "Scacchi"), che, in una lettera aperta ai genitori degli studenti, denunciano "le gravi conseguenze" dell'applicazione dei provvedimenti introdotti dalla politica dell'esecutivo di centrodestra. A farne le spese sono soprattutto gli alunni degli istituti superiori. I docenti citano "l'articolo 35 della legge finanziaria che ha obbligato a ricondurre tutte le cattedre a 18 ore di lezione", per dire che la situazione è notevolmente cambiata. "Secondo l'ordinamento del liceo scientifico - spiegano - i nostri ragazzi studiano la lingua straniera per tre ore la settimana in prima classe, quattro in seconda, tre in terza, tre in quarta e quattro in quinta, per un totale di 17 ore".
Con la rivoluzione voluta dal governo Berlusconi, però, "il quadro non è più lo stesso". E' ormai impossibile, cioè, garantire, agli studenti la continuità didattica. "In nome di cosiddette misure di razionalizzazione in materia di organizzazione scolastica - denunciano i docenti - per attuare le 18 ore si è reso necessario raggruppare le classi su base meramente aritmetica". Le conseguenze sono inevitabili. Gli alunni dei licei sono costretti a cambiare insegnante di lingua straniera ogni anno, a non avere cioè lo stesso docente per l'intero corso di studi. "L'intervento di razionalizzazione - scrivono i professori nella lettera - ha di fatto sacrificato le cattedre degli insegnati andati in pensione, che sono state redistribuite anziché essere assegnate a nuovi docenti". Una situazione di disagio che indebolirà ulteriormente la scuola pubblica, causata ancora una volta da "una mera logica del risparmio che ha comportato e continuerà a comportare un inevitabile processo di regressione dell'azione didattica nei nostri licei".
I docenti di lingua straniera, quindi, rivolgono un appello ai genitori degli studenti, che pagheranno in prima persona il fallimento della politica del governo di centrodestra. I problemi causati dal provvedimento, infatti, sono concreti, "dall'interruzione del rapporto educativo ed affettivo che si instaura tra docente, alunno e famiglia, che è alla base della motivazione all'apprendimento", "all'impossibilità di programmare obiettivi educativi e didattici a medio e lungo termine, anche a causa dell'instabilità nella composizione dei consigli di classe". Senza contare, denunciano i docenti baresi, le difficoltà "nella fase della valutazione dello studente, "la difficoltà di una scelta dei libri di testo che tenga conto dei diversi approcci metodologici" e quella "di aderire a progetti europei pluriennali".
Occorre, dunque, fare qualcosa, spiegano gli insegnanti dei licei scientifici del capoluogo. Il problema non riguarda solo l'inglese, "la normativa - dicono - ha modificato non solo la situazione dei docenti di lingua straniera, ma anche quella dei docenti di Storia e filosofia e di Matematica e fisica", e presto anche "le cattedre di italiano e latino potrebbero subire lo stesso trattamento", con disagi "sempre più gravi e diffusi" per la scuola pubblica.
Da qui il grido d'allarme, la necessità di esaminare attentamente il problema. I docenti di Bari chiedono un momento di confronto e impegno. E lo fanno rivolgendosi alle famiglie degli studenti. "E' indispensabile a questo punto - dicono - valutare in che misura tale disagio sia percepito per far sentire anche la vostra voce".


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