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Repubblica/Bari: Lum, il ministro chiede le carte Il verdetto dell´Ateneo privato: "Il ricercatore va licenziato"

la cgil Esprimiamo la nostra totale solidarietà: il governo nazionale deve intervenire immediatamente

27/09/2007
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la Repubblica

L´INTERVISTA
L´assessore della giunta Vendola parla di un ritorno alla cultura del regime

Lomelo: "Adesso voglio sapere perché ricevono tutti quei soldi"

Lo scandalo al Policlinico? Il sistema del numero chiuso non funziona
PIERO RICCI

«Mi auguro solo che non sia così, che il ricercatore della Lum non rischi il licenziamento solo perché si è rifiutato di scrivere un libro, una biografia»: fino a prova contraria, l´assessore regionale al diritto allo studio, Mimmo Lomelo, non può che esprimere solidarietà al ricercatore. Con la l´università privata di Casamassima, Lomelo ha ancora un conto in sospeso per lo «scandalo» dei fondi cospicui dati alla Lum e della «miseria» riservata alle università pubbliche pugliesi: «Uno scandalo di cui non si è saputo più nulla ma che lascia forte il sospetto che si vogliano prendere solo gli onori e non gli oneri del diritto allo studio universitario».
E se fosse davvero un assenteista?
«Ah, guardi spero che sia così: il rettore di un´università pubblica non pensa nemmeno di licenziare un docente solo perché si rifiuta di scrivere un libro, la biografia di un suo parente. Non mi sembra che quel tipo di rifiuto possa costituire un gravissimo elemento di illegittimità per arrivare a licenziare un docente. Credo che vada rispettata la libertà di pensiero di tutti i docenti. Compresi quelli di un´università privata come la Lum, i cui studenti non sono diversi da quelli che frequentano l´università pubblica, se non nel reddito, e quindi devono avere anche gli stessi doveri e gli stessi diritti».
Assessore, 100 prof credono al ricercatore non alla Lum.
«Mi lascia perplesso quello che dicono alla Lum sulla lobby che vorrebbe colpirli. Non capisco, non riesco a individuarla. L´appello è fatto da gente, come Marco Boato che conosco, che non smania dalla voglia di farsi coinvolgere in una lobby. No, quella della lobby, da parte della Lum non è stata una dichiarazione felice».
Dalla Lum si difendono: il procedimento disciplinare è per assenteismo.
«Mi auguro solo che venga adottata una decisione equilibrata. Cerchiamo di evitare di tornare a 70 anni fa, con le cattedre negate a chi non si sottoponeva al regime».
Quali sono i rapporti tra Regione Puglia e Lum?
«La Lum fa parte integrante, al pari delle altre università, delle decisioni che prendiamo in materia di diritto allo studio. Possono partecipare ai bandi come tutte le altre università».
Ci sono stanziamenti che la Regione eroga alla Lum?
«Ci sono accordi di programma con le università di cui fa parte».
E la disparità di trattamento, a vantaggio della Lum, che lei ha sollevato?
«L´ho ritrovata in un´ordinanza del 2004 in base alla quale il sistema delle università pubbliche pugliesi percepiva 450mila euro per le manutenzioni e sulla Lum c´erano più di undici milioni per costruire alloggi per studenti. Quella cosa mi ha lasciato alquanto perplesso».
Com´è finita?
«Ho sollevato il caso al ministero. Non so se e quali fondi sono stati eventualmente erogati».
E delle ombre sull´università pubblica, con la storia dei test truccati? Non è un bel momento per l´università in generale, non crede?
«Non voglio invadere campi altrui. Vedo che si va nella direzione di fare pulizia. Ma che non la sia faccia solo nei confronti degli studenti. La pulizia va anche fatto con il codice etico, nei confronti dei sistemi baronali, per intenderci».
Non condivide la decisione del rettore dell´Ateneo barese di annullare i test a medicina?
«Dico che il sistema del numero chiuso non funziona. Se è lì l´imbuto della corruzione, non ci resta che evitare di finirci dentro. Facciamo una riflessione seria per eliminare il numero chiuso. Non è possibile in Puglia non avere infermieri professionali».
E come dovrebbe essere fatta la selezione?
«Se faccio quiz d´ingresso per 300 e nel corso di studio 200 lasciano, si crea un vuoto che non sarà rimpiazzato. La selezione la fa il mercato e il merito. Se uno è asino resta asino e basta».