Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa locale » Repubblica-BAri-Prof di religione, 1500 domande

Repubblica-BAri-Prof di religione, 1500 domande

COME CAMBIA LA SOCIETÀ Ieri vertice a Roma con i direttori regionali. Confermata la decurtazione dei posti. Il dramma di seicento precari Prof di religione, 1500 domande Tagli...

18/03/2004
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

COME CAMBIA LA SOCIETÀ
Ieri vertice a Roma con i direttori regionali. Confermata la decurtazione dei posti. Il dramma di seicento precari
Prof di religione, 1500 domande
Tagli alla scuola ma non per tutti: ad aprile selezioni da record
Il preside Solimando è convinto: "Per i giovani insegnanti la situazione è nera. Non ci sono più opportunità di entrare nei ruoli"
ANNA GRITTANI


Tagli da un lato, assunzioni dall'altro. La notizia è positiva solo per gli insegnanti di religione della Puglia e di tutta Italia: il concorso si svolgerà negli ultimi dieci giorni di aprile, un record di velocità se si pensa che le domande di ammissione alle prove scadevano l'8 marzo. I docenti pugliesi che hanno inoltrato la domanda sono circa 1500, di questi 700 si sono candidati per la scuola primaria e 800 per la secondaria di primo e secondo grado (quindi per medie e superiori). Le prove si svolgeranno a Lecce per la primaria e a Bari per la secondaria, attorno al 21-22 aprile. Una notizia che indica la fine del precariato per tanti docenti, ma che ha l'effetto di uno schiaffo per i 582 precari che l'anno prossimo, a causa dei tagli, non lavoreranno più nella scuola pugliese.
Di decurtazioni e assunzioni (per i docenti di religione cattolica), si è parlato ieri pomeriggio a Roma nel corso di un incontro tra i direttori regionali dell'istruzione e il capo dipartimento del Miur Pasquale Capo. Per i tagli la strada da percorrere è lunga e tortuosa. Quella di ieri è stata solo una prima analisi avviata per valutare la situazione. Non sono, infatti, ancora pervenuti i dati degli organici delle scuole medie e superiori. Il lavoro dei burocrati sui tagli dei docenti continuerà per tutto marzo e aprile, nel frattempo circolano delle ipotesi già inviate dal ministero ai sindacati. In tutta Italia i posti da tagliare saranno circa settemila, mentre per la Puglia si parla di 582 professori in meno. Le tappe immediate saranno le contrattazioni con i sindacati sia a livello nazionale che regionale. In Puglia il primo incontro si svolgerà la prossima settimana. E sarà, si può immaginare, tutt'altro che tranquillo. Le decurtazioni, infatti, sono al terzo anno consecutivo, per di più tra gennaio e febbraio, per la prima volta in Italia, sono arrivate le iscrizioni dei bambini anticipatari alla scuola dell'infanzia, oltre a quelle dei compagni che inizieranno la prima elementare a cinque anni e mezzo. In Puglia sono quasi 9000 (per la precisione 8.924), di questi 4455 i bimbi che inizieranno a due anni e mezzo la materna, e 4469 gli anticipatari iscritti in prima. Per i più piccoli sono previsti in Puglia solo 13 insegnanti in più, mentre per le elementari si parla di un taglio di 247 maestri.
Alle contrattazioni seguirà il decreto interministeriale siglato dai ministri dell'Istruzione e dell'Economia, decreto dal quale partirà ufficialmente l'operazione di taglio, la terza consecutiva. In Puglia tra il 2002 e il 2003 sono stati eliminati già 1486 posti, portando le classi a 25 alunni, azzerando l'organico funzionale e rendendo le cattedre della scuola secondaria tutte di 18 ore. Le conseguenze per le scuole si sono viste quest'anno. Gli istituti sono in una situazione difficile che con i nuovi tagli rischia di diventare ingestibile. Ecco perché la reazione dei dirigenti scolastici dopo la notizia dei tagli, è di grande preoccupazione.
Matteo Solimando è il preside dell'Istituto tecnico commerciale "Calamandrei" di Carbonara. "La scuola ? commenta ? non è un'azienda che per produrre può anche tagliare i costi. La scuola forma le generazioni del futuro e questo diventa difficile con classi di trenta alunni". Dal punto di vista occupazionale, invece, per gli insegnanti di ruolo c'è il rischio della soprannumerarietà, che comporta il trasferimento del docente ad un'altra scuola, mentre le conseguenze più gravi investono gli insegnanti precari. Per quasi seicento di loro non ci saranno possibilità di lavoro il prossimo anno. Il preside Solimando ne è convinto: "Per i giovani insegnanti la situazione è nera. Non ci sono più opportunità di entrare nei ruoli. Adesso questi docenti hanno quarant'anni: avrebbero potuto scegliere un'altra carriera e invece sono stati illusi da una realtà che poi è cambiata". Se solo l'avessero saputo, avrebbero insegnato religione.