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Repubblica-Bari-Scuola dell'obbligo? No, anzi sì 45mila ragazzi sono in sospeso

Corsi sostitutivi per "tappare un buco" nella riforma Scuola dell'obbligo? No, anzi sì 45mila ragazzi sono in sospeso Assegnati alla Puglia 24 milioni Critici i sindacati ...

26/08/2003
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la Repubblica

Corsi sostitutivi per "tappare un buco" nella riforma
Scuola dell'obbligo? No, anzi sì 45mila ragazzi sono in sospeso
Assegnati alla Puglia 24 milioni Critici i sindacati
ANNA GRITTANI


Nella bufera di tagli e di nomine un'unica certezza incombe sull'anno che verrà: sarà il primo anno scolastico senza obbligo scolastico.
Proprio così. In Puglia 45mila ragazzi di 14 anni non sono più "costretti" dallo Stato ad andare alle superiori. Che fare? Una mega-sperimentazione triennale, con diploma di qualifica finale, rivolta a tutte le scuole della Puglia che ne faranno richiesta in parternariato con i centri di formazione professionale. I protocolli d'intesa tra il Miur e dieci Regioni sono stati già firmati. La Puglia, che di sperimentazioni ne ha già messe in campo tre, non poteva non essere tra le firmatarie. E così parte, più decisa che mai, alla volta della sperimentazione numero quattro, la più importante di tutte perché coinvolge non un numero limitato ma tutte quante le scuole che ne faranno richiesta. Tant'è che per l'anno 2003-2004 sono stati stanziati dal ministero del Lavoro 22.944.087 di euro e dal Miur 991.223,16, per un totale di quasi 24 milioni. Tutti per la Puglia.
Per capire la portata dell'operazione, occorre fare un passo indietro, nella storia della scuola dell'ultimo quinquennio. Correva l'anno 1999 quando una legge, la numero 9, aveva innalzato l'obbligo portando in prima superiore tutti i ragazzini italiani "altrimenti arrivavano i carabinieri". La riforma Moratti ha abrogato la legge 9. Il risultato? Un buco di un anno tra obbligo scolastico e obbligo formativo che parte invece dal quindicesimo anno di età. Che fare dei quattordicenni? Un buon numero di questi, una volta saputo che non è più obbligatorio, potrebbero non presentarsi a scuola il 18 settembre, giorno di inizio delle lezioni. Perché i 45mila ragazzini si sono iscritti entro il 25 gennaio, cioè due mesi prima che la riforma Moratti diventasse legge. E su quei 45mila sono stati formulati gli organici. Ecco dunque l'importanza del test numero quattro, di cui è soddisfatto il direttore regionale dell'Istruzione Giuseppe Fiori. Il suo vice Ruggiero Francavilla se ne è occupato direttamente: "Calcoliamo di organizzare 150 corsi per circa 3500 studenti, perché gli iscritti al primo anno che non si presentano costituiscono circa il 7% del totale". "Questi ragazzi '#8211; continua il dirigente '#8211; saranno invitati a seguire dei percorsi integrati triennali di 1200 ore annue nei quali si cercherà di bilanciare l'aspetto culturale con quello professionale". Le qualifiche non sono state ancora definite, ma i sindacati non ci stanno. "Con la Cisl, la Uil e lo Snals avremmo voluto la titolarità della scuola e non dei centri di formazione professionale e una durata del test al massimo di un anno e non fino all'emanazione dei decreti attuativi della legge di riforma", commenta Gianni Milici, numero uno della Cgil scuola della Puglia.