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Repubblica/Bari: Scuola, scontro sulle bocciature

I sindacati accusano il provveditore: non è colpa degli scioperi La Cgil: giusta mobilitazione contro un modello pedagogico classista

21/06/2009
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la Repubblica

FRANCESCA SAVINO

Attribuire le bocciature agli scioperi significa confondere gli effetti con le cause. I sindacati del mondo della scuola rispediscono al mittente le accuse lanciate ieri da Giovanni Lacoppola, dirigente dell´ufficio scolastico provinciale di Bari. Il provveditore aveva collegato la severità registrata nei quadri di fine anno nelle scuole superiori di Bari all´onda di proteste dello scorso inverno contro le riforme governative.
«La mobilitazione di studenti e docenti è stata una giusta risposta ad un modello pedagogico socialmente selettivo e classista» attacca in direzione contraria Claudio Menga, della segreteria provinciale della Flc Cgil. «Abbiamo sempre criticato la fretta con cui il ministro Maria Stella Gelmini ha "portato all´incasso" il ritorno al voto numerico in pagella, senza invece discuterne e affrontare la cosa con gli addetti ai lavori» spiega Menga. «Non è un caso che i tassi maggiori di insufficienze e bocciature siano concentrati soprattutto nei professionali e nelle aree metropolitane socialmente a rischio» ricorda il segretario barese. «Poi gli alunni espulsi dalla scuola pubblica troveranno sempre tante scuole private pronte ad accoglierli, ovviamente a pagamento: non a caso tra quelle che il Ministro definisce riforme è previsto un sostegno economico per chi studia nelle paritarie» accusa Menga. «Avevamo messo in guardia per tempo dagli effetti disastrosi che la legge 169/08 avrebbe avuto in termini di percentuale di bocciature e, non a caso contro di essa abbiamo scioperato: ecco perché inviterei il provveditore a non confondere gli effetti con le cause».
Nella segreteria provinciale della Uil scuola Francesco Rafaschieri legge le dichiarazioni rilasciate a Repubblica Bari dal dirigente Lacoppola e scuote la testa: «Mi sembrano dichiarazioni inopportune: la causa delle bocciature e delle insufficienze non è di chi sciopera ma al limite delle ragioni per le quali si sciopera». La manifestazione che ha registrato la maggiore adesione è stata quella dello scorso 30 ottobre: «Non vedo proprio quale danno abbia potuto fare ai ragazzi» prosegue Rafaschieri. «Nel corso dell´anno non ci sono state molte pause, soprattutto considerando che di motivi per scioperare ce ne sarebbero stati ancora moltissimi». Sulla stessa linea anche la segreteria Cisl scuola di Bari, guidata da Francesco Basile: «Le ore perse sono state esigue, soprattutto se pensiamo che sull´altro piatto della bilancia c´è il diritto dei protagonisti della scuola di scendere in piazza e manifestare».