Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa locale » Repubblica-BAri-Triplicati gli studenti stranieri

Repubblica-BAri-Triplicati gli studenti stranieri

Negli ultimi cinque anni si è consolidata la tendenza. Gli albanesi i più rappresentati, sono oltre il 50 per cento Triplicati gli studenti stranieri Sono 7000, uno ogni cento alun...

30/10/2005
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

Negli ultimi cinque anni si è consolidata la tendenza. Gli albanesi i più rappresentati, sono oltre il 50 per cento
Triplicati gli studenti stranieri
Sono 7000, uno ogni cento alunni, Bari tra le prime 60 province
Spesso funziona più l'integrazione in aula che quella nella società, in alcune zone la chiusura è ancora forte
ANNA GRITTANI


Gli alunni stranieri della Puglia si sono moltiplicati per tre. Il boom del fenomeno è a Bari che entra a pieno titolo nella rosa delle 63 province italiane col maggior numero gli alunni stranieri: ne ha 3270. È l'ultimo capitolo di una storia cominciata in Puglia negli anni Novanta con gli sbarchi dei cittadini dell'Est e cresciuta costantemente. Nell'anno scolastico '98 - '99 c'erano in tutta la regione 0,33 alunni stranieri ogni cento studenti, a giugno 2005 erano diventati 0,96 (con picco alla scuola elementare di 1,30). Contati uno per uno si tratta di un vero esercito: 6972 ragazzi, l'1,93 per cento di tutta la popolazione studentesca pugliese. E la scuola si arrangia, si sforza, lavora, anche con i fondi tagliati dal ministero, pur di favorire l'integrazione. Ci riesce persino. Ma fuori dalle aule? Lì è tutta un'altra storia. Fabio Scrimitore il dirigente del Centro servizi amministrativi di Bari (l'ex provveditorato), lo sa bene: "C'è differenza tra l'integrazione scolastica e quella sociale. In alcuni casi, specie nel Nord barese, abbiamo riscontrato una totale chiusura da parte delle famiglie nei confronti dei ragazzi stranieri, per una sorta di pregiudizio sociale. Così l'integrazione scolastica fuori dalle aule diventa inefficace".
Tra i banchi i ragazzi stranieri non sembrano a disagio. Nella provincia di Bari, rappresentano 86 cittadinanze diverse, trionfa quella albanese. Il Paese delle Aquile è presente nella provincia di Bari con il 56,64 per cento di alunni sul totale degli stranieri. Klejdi è uno di loro. Ha 12 anni e sguardo sereno, anche se gli manca il suo paese. Quando è arrivato, quattro anni fa, in un comune in provincia di Bari, è stato inserito in seconda elementare. Adesso è in quinta e parla l'italiano come i suoi compagni. "Mio padre in Albania era insegnante, come mia madre - racconta - adesso fa il bracciante agricolo". Ricorda bene la scuola del suo paese: "Aveva aule molto piccole e per la ricreazione si poteva uscire da scuola e tornare a casa per una mezz'ora, ma non si faceva ginnastica". Klejdi ha pianto un po' i primi giorni di scuola, ma dopo quindici giorni parlava già l'italiano. Il suo sogno resta l'Albania: "Spero che un giorno tutti i bambini stranieri possano tornare a casa".
Nel capoluogo ce n'è uno ogni cento alunni, in tutti gli altri comuni della provincia sono di più: 1,18. Soprattutto nei paesi dove l'attività principale è l'agricoltura, perché gli adulti immigrati trovano lavoro come braccianti. A Rutigliano, ad esempio, in un solo circolo didattico il "Settanni", ci sono 40 alunni stranieri. La direttrice Antonietta Perrelli ha realizzato un progetto di alfabetizzazione della lingua italiana rivolto a bambini e genitori. Gli adulti, tuttavia, difficilmente si fanno coinvolgere: "È indispensabile - spiega - la figura della mediatrice culturale, l'unica che riesca a convincere le mamme a frequentare questi corsi". Le insegnanti delle quinte raccontano le difficoltà quotidiane e i successi: "Alcuni dei genitori in cinque anni sono si sono mai visti: non ritirano neanche la scheda. Coi bambini poi non è affatto semplice. Nei primi tre mesi di scuola, hanno bisogno di un'attenzione costante, per via della lingua". E l'integrazione? "In classe c'è - raccontano le maestre della "Settanni" - ma fuori si frequentano solo tra loro: albanesi con albanesi, bulgari con bulgari".