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Repubblica/Bologna: Ateneo, idee per aggirare il blocco delle assunzioni

Il Rettore: siamo già a caccia di altre risorse

21/01/2007
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la Repubblica

UNIVERSITÀ E CITTÀ

Lettera di Calzolari al Senato accademico per abbassare i toni della protesta contro l´ipotesi di rinunciare ai concorsi a causa dei tagli
ILARIA VENTURI

IL blocco delle assunzioni in Ateneo? «Stiamo facendo tutto il possibile per evitarlo. Una soluzione sarà trovata, sono fiducioso». Il prorettore vicario Luigi Busetto allontana l´incubo di presidi e direttori di dipartimento, quello di dover rinunciare a nuovi ingressi almeno sino al 2008. Lo stesso rettore ha scritto ieri l´altro ai componenti del senato accademico per abbassare i toni della protesta, fare chiarezza e calmare così le acque agitate dall´ipotesi di dover rinunciare ai concorsi a causa della crisi finanziaria.
«Stiamo già studiando tutte le misure strutturali volte all´individuazione di possibili risparmi», conclude nella lettera il rettore. Ovvero si cercheranno i fondi per scongiurare il blocco, in un quadro di difficoltà economiche che hanno messo in ginocchio le Università. La porta, rispetto al reclutamento all´Alma Mater, non è dunque chiusa. Anche se rimane aperta la soluzione al teorema: come non aumentare la spesa per il personale senza bloccare il turn over. Una commissione è già al lavoro per trovare vie d´uscita. Nella lettera il rettore assicura che quanto già autorizzato in passato viene confermato: le Facoltà potranno utilizzare i «punti» (ovvero risorse finanziarie già accantonate) residui al 31 maggio 2006 per chiamare nuovi docenti: ricercatori o vincitori di concorso in attesa di chiamata.
I concorsi per professori associati e ordinari sono comunque bloccati, al di là delle risorse, dal Ministero. Per il futuro c´è l´impegno dell´Ateneo, spiega il prorettore Luigi Busetto, «a venire incontro alle esigenze legittime delle Facoltà». «Non so quanto riusciremo a garantire, ma eliminare il turn over è problematico, non sarà fatto». Lo stesso Calzolari, pronto a breve a presentare misure strutturali per affrontare la crisi finanziaria, lascia uno spiraglio aperto limitandosi a scrivere: «Allo stato sarà molto problematico dar corso ad altre operazioni di programmazione».
Problematico, dunque, ma non impossibile. Calzolari, che in poco più di due anni ha realizzato 425 posti da ricercatori, ricorda che i risparmi da turn-over non sono sufficienti a compensare l´incremento del costo complessivo del personale in servizio. In altre parole: anche le risorse liberate da chi lascerà l´università non basteranno a coprire l´aumento dei costi del personale. Quest´ultimi sono schizzati in alto soprattutto a causa degli aumenti annuali o biennali di stipendio, «scaricati» dal governo sulle casse dei singoli Atenei negli ultimi quattro anni. Le Facoltà dovranno ora muoversi con il poco che hanno a disposizione. Le risorse che servono per pagare un docente vengono convertite in «punti». Un punto equivale ai soldi necessari per pagare il posto di un professore ordinario; 0,70 punti servono per chiamare in cattedra un associato; mezzo punto per un ricercatore. Allo stato attuale, ad appena cinque Facoltà (Economia a Rimini, Giurisprudenza, Veterinaria, Scienze, Psicologia e Scienze Politiche) è rimasto almeno un punto per chiamare in cattedra professore ordinario oppure per aprire le porte a due ricercatori. Sono invece undici, quasi la metà, le Facoltà che hanno esaurito la possibilità di bandire concorsi.