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Repubblica/bologna: Bastico contro i tagli del ministro "Cancellate 121 scuole in regione"

La senatrice Pd: non ce lo possiamo permettere. La Cgil prepara manifestazioni

06/09/2008
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la Repubblica

«Adesso nel mirino del Ministro ci sono gli istituti con meno di 500 alunni da accorpare per tagliare gli insegnanti, gli 87 mila posti a livello nazionale. Per noi significa 121 scuole che verrebbero accorpate o semplicemente cancellate dai piccoli comuni, una cosa che la nostra regione non si può permettere». Mariangela Bastico, senatrice Pd e ministro ombra agli Affari regionali, di scuola si occupa da sempre e ha portato avanti da assessore regionale un´intensa opera di «correzione» dell´allora riforma Moratti con i mezzi degli enti locali. Ma di classi con un solo maestro in Emilia Romagna, da quando «andava a scuola lei», dice di non avere più avuto notizia. Oggi che i sindacati calcolano una riduzione di 800 maestri con il nuovo provvedimento per il maestro unico solo a Bologna e Provincia, mentre il taglio degli insegnanti annunciato dal Ministro Gelmini potrebbe significare una «sforbiciata» di 8 mila posti di lavoro nella scuola (ma ancora non si conoscono i criteri di questa riduzione annunciata), mette in guardia rispetto a una realtà profondamente mutata. «Nella nostra regione non c´è nessun calo demografico - spiega Bastico - qui i bambini sono aumentati. Più 50 mila in sette anni, inseriti in una realtà di eccellenza». Per scongiurare il rischio che una fascia di età in cui la scuola pubblica italiana dà i suoi migliori risultati venga «messa in ginocchio», anche i sindacati si stanno organizzando, dopo aver proclamato lo stato di agitazione. «Stiamo coinvolgendo gli insegnanti e le famiglie per un sit-in davanti all´ufficio scolastico provinciale - dice Sandra Soster, Cgil - subito dopo l´inizio della scuola, difendere il tempo pieno è una priorità per tutti». Ancora si aspettano notizie sui 144 supplenti che mancano all´appello, mentre i sindacati denunciano il rischio che, dopo molti anni, non si possa fare la scuola in carcere e in ospedale. Intanto per lunedì è convocata la riunione con i precari della scuola, che ormai sono arrivati alla proporzione di 1 su 4 insegnanti. Sono quelli che «non lavoreranno più» e che si preparano alla manifestazione nazionale, mentre rischiano un taglio del 20% dei posti.

(e.c.)