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Repubblica/Bologna: Droga, i presidi attaccano il Comune "Bugie, ci tuteleremo per vie legali". Dura lettera di Marcheselli

Le scuole replicano all´accusa lanciata dalla Scaramuzzino sulla presunta difficoltà di parlare di certi temi nelle classi

29/04/2006
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la Repubblica

Il direttore: "E´ un errore presentare iniziative per gli istituti senza coinvolgerli, perché già si svolgono attività di prevenzione"
ILARIA VENTURI

ARRABBIATI è dir poco. I presidi accusati dalla vicesindaco di non volere i progetti del Comune contro l´uso delle droghe, respingono al mittente l´accusa. Ed è lo stesso direttore del Csa a scendere in campo con una dura lettera alla Scaramuzzino. Si consuma così lo strappo tra il mondo della scuola e il numero due di Palazzo d´Accursio, a cui fanno capo i servizi sociali. Paolo Marcheselli è netto: «Un errore da evitare è la presentazione alle scuole di progetti eterodiretti, senza il coinvolgimento delle stesse». Nella lettera, inviata ieri, si fa riferimento in realtà non alla vicesindaco, ma alle affermazioni della dirigente che segue le politiche di prevenzione alla droga.
E´ a queste che Marcheselli replica. «Tutta la scuola bolognese da anni svolge attività di educazione e prevenzione. Ancor più oggi, con l´autonomia, la scuola manifesta disagio nell´aderire a progetti che non la vedono direttamente coinvolta in tutte le fasi». Marcheselli difende anche i docenti, accusati di andare ai corsi organizzati dal Comune solo «perché c´è il gettone di presenza». «Spiace l´allusione ad una sorta di interesse mercantile degli insegnanti che escludo nel modo più categorico. Sento il dovere di tutelare l´immagine dei docenti bolognesi così impegnati, pur a fronte di evidenti difficoltà, a tenere alta la qualità dell´offerta formativa». Marcheselli chiude con l´invito a «guardare avanti nell´interesse dei giovani» ribadendo la disponibilità a un tavolo sulla prevenzione con Comune, Provincia, Università e Asl.
Una posizione sostenuta da Domenico Altamura, presidente del collegio dei presidi: «Prevenire l´uso della droga nelle scuole si può e si deve fare - dice - ma occorre collaborazione con tutti. Può anche accadere che alcuni dirigenti non vogliano guardare in faccia la realtà e credano che la droga nei loro istituti non ci sia, ma sono convinto che se il Comune chiama tutti i presidi a un tavolo e fa una proposta la maggioranza dirà di sì». Intanto scoppia la rabbia. Il liceo Galvani, l´unico chiamato in causa esplicitamente, si sente offeso, mentre dal Minghetti sbotta la dirigente: «Tutti pensano di avere diritto a inzuppare i loro biscotti nella scuola, in questo caso la vicesindaco è scarsamente documentata e ingenerosa». La vice preside del Galvani, Maria Grazia Negrini, annuncia «che la scuola si tutelerà anche per vie legali». «E´ una bugia dire che non accettiamo progetti di prevenzione sulla droga, sotto i miei occhi non è passata nessuna proposta del Comune, forse è sfuggita a noi, ma siamo sempre stati pronti a collaborare». Fiammetta Salocchi si occupa di prevenzione al Galvani dal 1996: «Tutte le classi vengono coinvolte sui temi della tossicodipendenza, portiamo i ragazzi anche a San Patrignano. Ci occupiamo anche di dipendenze da alcol e fumo e di patologie alimentari e Aids insieme a medici del Sant´Orsola, Asl, Fanep, La Rupe e Rotary». Il Minghetti partecipa al progetto del Comune. «Ma ci vuole concertazione sui progetti che ci vengono proposti da tutte le parti come se la scuola non facesse nulla», dice la preside Ivana Summa. Sull´attacco ai docenti, la preside è indignata: «Lavorano». «La polizia con i cani non viene chiamata da noi, fa parte di un progetto al quale aderiamo», precisa Maria Sabatino del Righi Così al Fermi. «La droga non è un tabù - dice Elviana Amati - Un progetto del Comune non me lo ricordo, ma se non abbiamo aderito è perché avevamo già iniziative in atto, la scuola su questi temi è sensibile». Al Fioravanti, spiega il preside Altamura, operatori del Comune e neuropsichiatri sono a disposizione dei ragazzi.