Repubblica/Bologna: I presidi: "La politica fa bene alla scuola"
E vogliono incontrare il dirigente regionale
L´associazione Asabo: alcuni istituti senza soldi per pagare le pulizie
ELEONORA CAPELLI
«La politica fa bene alla scuola». Questo lo slogan coniato dai presidi dell´Associazione scuole autonome di Bologna (Asabo) che chiedono di incontrare il direttore regionale, Marcello Limina, per «ragionare insieme a lui sulla storia e la tradizione della scuola bolognese». Una scuola "politicizzata", ma nel senso, come spiega Aurelio Alaimo, preside dell´istituto Aldrovandi Rubbiani, «di una scuola dove è forte la dimensione politica del confronto tra posizioni, idee, persino religioni diverse».
Dopo la polemica sul caso Turci, con il direttore regionale che ha definito "disdicevoli" le dichiarazioni della preside dell´VIII circolo didattico contro la politica del ministero dell´istruzione in tema di tagli all´organico, in nome della lealtà al datore di lavoro, i presidi non solo si schierano dalla parte della collega, ma lo fanno dati alla mano. Raccontando di scuole in cui non mancano solo 813 ore di insegnamento nelle primarie e 580 nelle secondarie, secondo le stime dei presidi di Bologna, ma anche i soldi per pagare le pulizie (circa 100 mila euro all´anno), per cui sono cominciate ad arrivare lettere di diffida da parte delle ditte che hanno l´appalto del servizio. Parlano di istituti superiori, come l´Aldrovandi Rubbiani, dove gli alunni stranieri raggiungono il 50% degli iscritti, di classi delle elementari dove le ore di lezione previste sono 40 alla settimana ma non ci sono insegnanti assegnati, perché bisognerebbe recuperare le ore di compresenza che da quest´anno non ci saranno più. «Visto che sono 2 ore alla settimana per ogni insegnante, si potrebbe arrivare al paradosso di 20 insegnanti su una sola classe - dice la dirigente Cristina Maria Silvestri dell´Istituto Comprensivo 10 -. Naturalmente non si arriverà a tanto perché si faranno scelte diverse, ma l´esempio serve per dare un´idea del puzzle complicatissimo cui ci troviamo davanti». Secondo i presidi, mancano all´appello (è il caso di dirlo) anche i 15 mila euro annuali per comprare i registri, i gessi e la carta igienica.
Altro che «indistinta melassa di politica e amministrazione», che secondo Limina deve essere evitata con «la responsabilità di ognuno e il buon senso». «Noi siamo i sensori delle situazioni concrete e reali delle scuole - dice Maria Luisa Quintabà, preside del Mattei, sul cui sito Internet tra le news si trova l´accorpamento delle due classi seconde del liceo scienze sociali -. Se parliamo dei tagli è per aiutare l´amministrazione a migliorare». Visto che non c´è incompatibilità nell´impegno pubblico di un dirigente scolastico, «ogni altra forma di limitazione - scrivono i presidi - quand´anche fosse invocata in nome di una generica e sfuggente "opportunità", si configura come un limite ai diritti costituzionali del cittadino».