Repubblica/Bologna: Il sei rosso diventa sei con asterisco
Polemici gli insegnanti sulla novità introdotta dal ministro Gelmini
Ma alle medie Rolandino i bocciati sono triplicati. Alle Gandino calano
ILARIA VENTURI
IL giro di vite, con la rivoluzione Gelmini sui voti, è arrivato alle Rolandino dove i ragazzini bocciati triplicano: da sette a una ventina. «C´è stato un effetto psicologico di tipo punitivo», ammette il preside. «E dire che siamo nella scuola dell´obbligo, a pagare saranno i più disgraziati». L´aumento dei bocciati alle medie, dopo l´introduzione della promozione con 6 in tutte le discipline, in realtà non c´è stato nelle maggior parte delle scuole bolognesi. Due bocciati in più alle Guido Reni, ma perché «sino all´anno scorso non si bocciava in prima». Stesso numero alle Guinizzelli e Carracci, dove sono stati organizzati i corsi di recupero a settembre. In alcuni casi, come alle Gandino, il numero si è ridotto: da 35 a 29 bocciati. «Eravamo già attenti alla valutazione, mai stati permissivi», dice il preside Orazio Bianco. Ma la protesta c´è stata, eccome. E forte. Contro una norma che, scrive il collegio dei docenti delle medie Farini, è «in contraddizione con i principi del nostro mestiere e della scuola». Ieri, prima della consegna delle pagelle, i docenti hanno letto una dichiarazione davanti a duecento genitori. Applausi al termine. Per mettere a nudo le contradditorietà del nuovo sistema, che se applicato rigidamente porta alla bocciatura con un solo cinque, gli insegnanti hanno simulato cosa sarebbe avvenuto con lo «scrutinio Gelmini»: più di 70 bocciati, il 20%. Con lo «scrutinio Farini», invece, i bocciati sono stati nove, come l´anno scorso (il 2,5%). Per trasformare il cinque in sei occorre una decisione a maggioranza del consiglio di classe. Così hanno fatto i docenti in tutte le medie, allegando alle pagelle una lettera ai genitori: quel sei è un cinque, fai studiare tuo figlio. Il «6 in rosso», bocciato dalla Gelmini, non è stato usato. Semmai è stato messo un asterisco. «L´effetto? I genitori mi fermano: ma questo sei è vero? Un assurdo» dice Stefano Camasta, insegnante di Lettere alle Farini. «In questa scuola siamo tutti preoccupatissimi della qualità, differenziamo le proposte educative, facciamo laboratori e recupero. E poi? Ci troviamo una legge che pretende di imporre una bocciatura con il cinque, e poi dice che i 6 aumentati devono essere scritti come gli altri: alla faccia della chiarezza». I docenti delle Farini usano una metafora: «E´ come se per legge venisse imposto a un collegio di medici di ingessare da capo a piedi un paziente che ha un solo dito rotto. O che, in alternativa, i medici potessero lecitamente falsare la radiografia, con buona pace del radiologo». Per i docenti «è inaccettabile». «Dovendo applicare la legge - scrivono - siamo stati costretti a scegliere il male minore, anche se ci è costata una pesante incoerenza professionale». Il loro è «il grido di chi, nel deserto dell´approssimazione e della superficialità, afferma che la scuola non merita questo impoverimento».