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Repubblica-Bologna-La lezione di Bergonzoni agli "occupanti

L'ASSEMBLEA La lezione di Bergonzoni agli "occupanti" "Attenti alle Moratti che si annidano nel vostro cervello" ...

25/10/2005
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la Repubblica

L'ASSEMBLEA
La lezione di Bergonzoni agli "occupanti"
"Attenti alle Moratti che si annidano nel vostro cervello"


"CI sono molte Moratti nel nostro cervello che meriterebbero una manifestazione, occupate la vostra testa oltre che la scuola".
Alessandro Bergonzoni tra gli studenti del Minghetti occupato. Il comico, attore e scrittore - "sono uomo di spettacolo" - entra nella scuola dove studia il figlio, al primo anno. "Io non ho mai occupato, lui lo sta facendo. Cosa gli ho detto? Vai, vedi e, soprattutto, non trovare scuse". Duecento studenti in palestra ad ascoltarlo seduti per terra. Non è accomodante, Bergonzoni. Va dritto al cuore e cervello degli adolescenti che animano questo nuovo movimento studentesco. Ed è il primo a non cercare scuse.
Parla di teatro, di cinema e di televisione. Di Fassino dalla De Filippi: "Perché?". Di Totti intervistato sul libro di barzellette venduto senza fini di lucro: "Se fai della beneficenza stai muto, gioca a pallone e non rompere i coglioni". Del calcio, "il vuoto pneumatico", e di Maratona: "Avete bisogno di questi eroi? Ma non siete voi gli eroi di voi stessi? Cominciate ad esserlo". Di Simona Ventura che soffre per il dramma di Albano: "Ma aspettiamola fuori per dirle: hai sofferto? Adesso ti spieghiamo noi cos'è la sofferenza. Si chiama istigazione all'intelligenza". A suo modo, surreale, dissacrante, Bergonzoni distrugge ogni mito dello spettacolo, smonta il giochino della comunicazione. "Chi fa il mio lavoro è un po' stanchino, un po' incazzatello, un po' teso. La verità ormai passa dai comici, questa cosa mi fa contento ma anche mi intristisce. Non ci si può accontentare di quello che passa il convento, abbiamo bisogno di vedere Celentano per indignarci dell'editto bulgaro di Berlusconi?
Ma lo sapevamo già. Cominciamo a dire dei no senza che ce lo dica la tv". No a questa "pubblicità, che arriva a usare l'icona di Gandhi pur di vendere". No a questa "televisione che corrompe ogni concetto". No a questo "corpo tutto uguale", perché "se oltre alle tette della velina non c'è niente altro sei fottuto". No a questo "cinema alla Muccino, capace solo di parlare di noi e in cui ci identifichiamo perché ci rappresenta. Andatevi allora a vedere le diapositive delle vostre vacanze. Il cinema è un'altra cosa".
Ecco le tante Moratti che Bergonzoni suggerisce ai ragazzi. "Chi sono le vostre?", chiede. "Vi sentite rappresentati da Amici? Chi guarda l'Isola dei famosi o la Talpa?". Quattro mani alzate. "O siete dei bugiardi o siete grandissimi". Si guarda la De Filippi per fuggire dalle notizie dei telegiornali, per non pensare, fa notare una studentessa. "Ma in mezzo ci si potrà pur fermare prima, magari per entrare in un ospedale e andare a vedere lì cosa è il dolore. Siete mai andati in una camera mortuaria, in un carcere, in un manicomio? Chiedete ai vostri professori di parlarvi del coma, della morte. Fatelo e filmate con i vostri occhi, fatevi la vostra tv mentale. C'è dell'altro, si può parlare d'altro. Picasso non è la risposta ai miei problemi: è un'altra risposta, serve a parlare d'altro". Si guarda la tv per riempire un vuoto, azzarda uno studente. "Mi sono rotto del vostro vuoto interiore, non c'è. C'è la necessità che qualcuno vi dia dei segnali, ma se voi siete qui è perché sapete già dove andarli a prendere questi segnali. Siate così: tosti, duri. Per niente facili".
(il. ve.)