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Repubblica-Bologna-La sfida di Scienze della formazione

LE PROTESTE PER LA FINANZIARIA Il preside e i presidenti dei corsi della facoltà rimettono il mandato nella mani del Rettore per protestare contro la Moratti La sfida di Scienze dell...

14/10/2005
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la Repubblica

LE PROTESTE PER LA FINANZIARIA
Il preside e i presidenti dei corsi della facoltà rimettono il mandato nella mani del Rettore per protestare contro la Moratti
La sfida di Scienze della formazione
Frabboni, Canevaro, Capecchi, Beseghi: "Pronti a dimetterci"
Alle 15.30 assemblea nell'aula magna di Economia. Critiche al centrosinistra: "Lascia l'Università a battersi da sola contro la riforma"
Pronti a lasciare i loro incarichi anche il sociologo Pier Giorgio Corbetta e il pedagogista Antonio Genovese
ILARIA VENTURI


HANNO rimesso il mandato al loro preside. "Con questa riforma non continueremo a fare i presidenti dei corsi di laurea". E il preside, Franco Frabboni, ha fatto altrettanto. Ieri mattina si è presentato nello studio del rettore: "Caro Calzolari, ecco il mio mandato e quello dei miei colleghi. Pronti a dimetterci, se sarà necessario". Si consuma così il gran rifiuto di Scienze della Formazione alla riforma Moratti. Una facoltà compatta, quella dei formatori, dei sociologi, dei pedagogisti, che si ribella ad una legge considerata "contro i giovani e contro l'università". Un atto politico durissimo firmato da Franco Frabboni, dal pedagogista Andrea Canevaro, dai sociologi Vittorio Capecchi, Enzo Morgagni, da Emy Beseghi, l'esperta di letteratura dell'infanzia che ha ereditato la cattedra di Faeti, Francesca Emiliani, Luigi Guerra, Eugenia Lodini. Sono tutti i direttori dei corsi di laurea della Facoltà, insieme al sociologo Piergiorgio Corbetta, pronto a lasciare l'incarico di presidente della commissione didattica e ad Antonio Genovese, che ha rimesso nelle mani del rettore il mandato di direttore della scuola di specializzazione degli insegnanti.
Nomi che contano nel panorama culturale del settore educativo. I professori sperano che il loro gesto possa avere un effetto valanga e trascinare tutte le altre Facoltà. Il senso è quello di rimettere il proprio mandato, il passo prima delle dimissioni vere e proprie, dagli incarichi direttivi per dare un segnale forte all'opinione pubblica, senza per ora danneggiare gli studenti, e per rafforzare il rettore nella lotta davanti al ministro. La decisione sarà resa pubblica oggi pomeriggio (ore 15.30), all'assemblea convocata dai docenti e dai ricercatori anti-Moratti all'aula magna di Economia. Interverranno Gilberto Capano, preside di Scienze Politiche a Forlì ed esperto di sistemi universitari, il preside di Scienze della Formazione, appunto, e Guido Masetti, preside di Ingegneria. Frabboni, che formalmente consegnerà il suo mandato di preside al senato accademico nella seduta di martedì prossimo, boccia nettamente il disegno di legge che andrà in votazione alla camera il 25 ottobre ed è critico anche con il centrosinistra: "Dov'è in questa battaglia? L'università è stata lasciata sola". Nella sua analisi, "tutto il potere andrà nelle mani dei cattedratici, ma la cosa più avvilente sarà la separazione tra didattica e ricerca: le università pubbliche continueranno a fare didattica e solo un po' di ricerca, che invece sarà affidata ad enti privati. Così la didattica diventerà insegnamento nozionistico e gli atenei per distinguersi incominceranno a introdurre sbarramenti e numeri chiusi. Io vengo da una famiglia poverissima, conosco bene il valore di una università che invece dà diritto a tutti di provare l'esperienza accademica. Così non sarà più". Luigi Guerra, presidente del corso di laurea in Educatore sociale, sbotta: "E' una legge truffa. Lo affermo con grande forza. No, noi non ci stiamo. Questa legge è contro i giovani, rafforza solo i poteri peggiori dell'università.