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Repubblica/Bologna: La vicesindaco dopo le polemiche dei presidi: "Non vogliamo calare il nostro progetto dall´alto"

Scaramuzzino: "Nessuno si offenda ho chiesto solo collaborazione"

29/04/2006
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la Repubblica

"E´ venuto il momento di cercare una collaborazione più ampia su una questione che riguarda tutti. Faremo lo stesso anche per l´alcool"
ANDREA CHIARINI

Un sasso nello stagno, una forzatura forse, ma per affrontare una discussione senza tabù: la droga e le scuole. La vicesindaco Adriana Scaramuzzino, della Margherita, forse non s´aspettava la sollevazione dei presidi quando, in commissione, segnalava le difficoltà di portare certi argomenti in classe. «Ma non è il caso che qualcuno s´offenda - dice a proposito delle polemiche - data la gravità e le dimensioni del problema». Palazzo d´Accursio è deciso a fare la sua parte, incassando anche l´apprezzamento di Silvia Noé, consigliere d´opposizione dell´Udc.
«Non è nostra intenzione calare dall´altro nessuno progetto - continua la vice di Sergio Cofferati - né costringere le scuole, che hanno una loro autonomia, a seguirci. Non è questo il punto, so bene che ci sono linee di pensiero diverse, ma penso anche sia arrivato il momento di ricercare una collaborazione più ampia, perché è questione che riguarda tutti, che tocca tutti da vicino». Prima che i presidi chiamino la polizia coi cani anti droga, o prima che tutto si trasformi in titoli di cronaca nera, il Comune si è messo al lavoro su tutte le dipendenze.
«Non ci sono solo le sostanze stupefacenti, c´è l´alcool e c´è la nicotina. Cocktail e sigarette sono spesso tollerati. Lavoriamo con gli insegnanti e gli studenti che accettano il nostro contributo» continua la Scaramuzzino che poi osserva come tutto sia nato da una domanda di Silvia Noé. «Mi ha chiesto come mai non si studia a scuola tra le altre materie anche la droga, ho risposto che stiamo lavorando, alcuni presidi sono disponibili, altri no». La Noé aveva detto: «Non ci sto alla normalizzazione dell´uso delle sostanze stupefacenti, che ormai sono diventate appannaggio di ragazzini di 13 anni, così come non ci sto alla distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti». Le scuole, messe sotto accusa, difendono il loro operato, ma la Scaramuzzino pur senza cercare la polemica replica che spesso i presidi si fanno condizionare «dagli ambienti familiari degli alunni». Insomma, parlare di droga va bene, ma sottovoce, soprattutto nelle zone bene della città, come se tutto dovesse essere ricondotto al consumo di spinelli tra i ragazzi dei quartieri popolari.
A questa visione la Scaramuzzino si ribella, come non tace sul fatto che le istituzioni, Provincia e Comune in questo caso, «hanno di recente presentato una campagna chiamata "Alcol, i piaceri dell´uso e i dispiaceri dell´abuso" per migliorare la sicurezza del divertimento tra i giovani e giovanissimi». Un progetto, magari passato inosservato, «che prevede una serie di iniziative nelle scuole e nei locali di Bologna e dintorni». Arrivati a questo punto però la vicesindaco spera che sia l´ex provveditorato - il centro servizi amministrativi di Bologna - a fare il capofila per coordinare tutte le iniziative. «Nostro compito non è quello di dare una risposta complessiva, c´è anche un problema di finanziamenti, mentre è più agevole lavorare ognuno per segmenti» aggiunge. Soddisfatta per aver dato uno scossone è Silvia Noé che apprezza «la disponibilità della vicesindaco».
«Non era mia intenzione fare allarmismo - dice l´esponente dell´Udc - a quelli che mi lanciano quest´accusa io chiedo invece quale sia l´alternativa concreta, immediata e efficace per aiutare i giovani e le famiglie. Si lavori pure sul piano personale e sull´autostima dei ragazzi, ma intanto partiamo dall´informazione scientifica».