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Repubblica-Bologna-"Ma la scuola pubblica deve restare laica"

reazioni alla prima lettera pastorale dell'arcivescovo "Ma la scuola pubblica deve restare laica" Docenti e presidi si schierano a difesa del pluralismo garantito dalla Costituz...

16/09/2004
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la Repubblica

reazioni alla prima lettera pastorale dell'arcivescovo
"Ma la scuola pubblica deve restare laica"
Docenti e presidi si schierano a difesa del pluralismo garantito dalla Costituzione
ILARIA VENTURI


"HO l'impressione che stiamo alzando dei muri, da tutte le parti, non è la strada giusta". Paola De Donato, dirigente dell'istituto tecnico Rosa Luxemburg, non entra nel merito delle parole dell'arcivescovo. Ma a scuotere la testa sono in molti nelle scuole. Tra i tanti problemi di avvio dell'anno scolastico, scoppia la polemica sul Cristo in classe. Con docenti e presidi che si schierano a difesa del pluralismo garantito dalla scuola pubblica rinviando così al mittente la lettera pastorale di monsignor Caffarra.
Immediata la replica di Scuola e Costituzione. "Parole gravi - dice il presidente Bruno Moretto, docente al liceo Sabin - la scuola della Costituzione è di tutti. E' chiaro che un insegnante deve dire chi è, essere sé stessi è giusto. Ma da qui a dire che bisogna fare opera di evangelizzazione, di qualsiasi credo, è sbagliato. Se uno non insegna Darwin perché cattolico è fuori dalla scuola statale. Quando insegno matematica e fisica cerco di far capire la materia e di insegnare ai ragazzi ad essere cittadini responsabili. Poi loro sanno come la penso, ma questo non li deve influenzare. Non c'è nessuno che entra in classe per fare propaganda, i pochi casi successi sono sempre stati sanzionati". Enzo Pellegrino è docente di storia e filosofia al liceo Fermi. "Le dichiarazioni del vescovo - commenta - rafforzano ancora di più la mia idea di difesa della scuola pubblica dove è permessa una pluralità di idee e di posizioni comprese quelle dello stesso monsignore. Che nella scuola pubblica si propongano valori non compatibili con la visione cristiana mi sembra una idea bizzarra perché la nostra cultura è impregnata dell'affascinante figura del Cristo che non esclude però il confronto con altre culture che non sono necessariamente portatrici di disvalori". Pellegrino aggiunge: "In tempi di guerra di religione per me è più che mai valido l'insegnamento kantiano che propone un'etica a dimensione umana scevra da condizionamenti confessionali e fondamentalismi". Al liceo Galvani proprio ieri il preside Ottavio De Notariis presiedeva il concorso per gli insegnanti di religione: "Nessuno nega i valori del cristianesimo, ma sono per una scuola pubblica laica. Tra l'altro gli stessi programmi prevedono l'insegnamento la religione cattolica non come catechesi". Daniela Turci, cattolica, impegnata nella Margherita, dirige l'Ottavo circolo didattico: "D'accordo, ma non facciamo forzature. La scuola pubblica è laica. Ci sono insegnanti mandati dalla curia che svolgono il loro lavoro con professionalità e programmi precisi. Per tutti vale il riferimento all'articolo 34 della Costituzione". "La scuola pubblica è pubblica", replica secco un dirigente di una scuola di provincia che giudica "inopportuno" anche l'invito di monsignor Caffarra alle scuole domani mattina in San Pietro per l'incontro di inizio anno, dedicato alla tragedia di Beslan: "Poteva garantire la libera partecipazione di tutti con l'iniziativa al pomeriggio".