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Repubblica-Bologna-Materne, 800 bambini sono fuori

denuncia di Cgil, Cisl e Uil in una lettera inviata al prefetto e alle amministrazioni scolastiche Materne, 800 bambini sono fuori la replica l'accusa I sindacati: "A sette...

19/03/2005
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la Repubblica

denuncia di Cgil, Cisl e Uil in una lettera inviata al prefetto e alle amministrazioni scolastiche
Materne, 800 bambini sono fuori
la replica
l'accusa
I sindacati: "A settembre sarà emergenza sociale"
L'assessore Virgilio: "Confermiamo il nostro impegno per azzerare le attese"
ILARIA VENTURI


NON solo per mille famiglie non ci sarà il tempo pieno. Ma per ottocento bambini non ci sarà la scuola materna. La stima, sulla provincia di Bologna per le sole scuole dell'infanzia statali è dei sindacati che ieri hanno lanciato l'allarme sui tagli nella scuola. "A settembre sarà emergenza sociale", scrivono in una lettera inviata al prefetto e alle amministrazioni scolastiche. I confederali non usano mezzi termini. Le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil - nel giorno dello sciopero dei dipendenti pubblici - forniscono i numeri dei posti che mancano: 682 in Regione. Denunciano le liste d'attesa alle materne statali e la richiesta da parte del Comune di statalizzare sette sezioni di scuola comunale. Affermazione immediatamente smentita dall'assessore comunale Milli Virgilio "Non abbiamo richiesto alcuna statalizzazione". "Se non c'è posto nelle statali vuol dire che le materne comunali sono già tutte piene", osserva Lamberto Benini della Cisl. "Non c'è bisogno dei dati, che non ci sono ancora, per dire che il problema c'è", commenta l'assessore alla scuola. "Noi confermiamo lo strenuo impegno del Comune per azzerare le attese, già ci siamo riusciti a gennaio scorso".
In Regione, denunciano i sindacati, sono stati chieste 62 nuove sezioni a tempo pieno e altre 62 sezioni part time aspirano a diventarlo, in tutto 180 docenti in più. Ne sono stati concessi 52. Di questi a Bologna ne arriveranno solo 16 o 17, è la stima dei Confederali. Ma in generale i sindacati lamentano la mancanza di docenti in tutti i livelli di scuola. Non solo: aumenta il precariato. Su 12mila lavoratori della scuola in provincia di Bologna il 30% è assunto a tempo determinato. Mentre aumentano gli alunni: più 1047 alle elementari, più 114 alle medie, più 827 alle superiori. "Evidente e comprensibile il nervosismo del personale precario", scrivono sempre i sindacati al prefetto. Cgli, Cisl e Uil denunciano anche i magri stipendi facendo un calcolo sulla retribuzione reale (al netto di Irpef e inflazione): 711 euro per i collaboratori scolastici, 963 euro per chi insegna alle materne e alle elementari, 1.038 euro per i docenti delle superiori. Altro capitolo, i fondi. Ci sono bilanci di alcune scuole bolognesi passati da 18.700 euro nel 2002 a 10.195 euro nel 2004 a fronte di un aumento di 37 alunni o da 11.600 euro a 6.200 a fronte di 40 iscritti in più. I sindacati contestano le tabelle ministeriali da cui risulta l'arrivo di 626 docenti in più. "E' poco, come se non ci fossero". Loro fanno un altro conteggio. Per mantenere almeno il rapporto di alunni per classe dell'anno scorso, quando si è già arrivati alle aule sovraffollate, servirebbero, oltre quelli concessi, 682 insegnanti in più. Il tutto mentre in Emilia Romagna gli studenti passano da 440.897 a 447.709 con 39.749 professori.
Mauro Montagnani della Cgil guarda ancora più indietro: "In cinque anni sono arrivati 37mila alunni in più con un organico quasi invariato". Mario Gavanelli, della Uil, apre invece il capitolo insegnanti di sostegno: "Ci saranno 416 alunni disabili in più in Regione e nessun docente in più, un dramma".