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Repubblica/Bologna: Nuove speranze per l'Ateneo

Note a margine della visita del nuovo ministro Mussi

29/06/2006
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la Repubblica

L´INTERVENTO

Note a margine della visita del nuovo ministro Mussi

PAOLA BONORA

Se le parole in questo paese deluso fossero ancora pietre, l´edificio dell´università e della ricerca avrebbe buone fondamenta. Benché convenga mantenere un realistico agnosticismo, l´entusiasmo del neo ministro ha contagiato. Ha scelto di comunicare. Lo ha fatto con l´astuzia del politico che sa di dover riconquistare la fiducia nell´istituzione, raccogliere consenso marcando innanzitutto la diversità di stile. Ha cercato il plauso che infatti non ha mancato di calore. Non ha risparmiato sarcasmi divertendo la platea. E´ stato accattivante e colloquiale. Non ha mancato di lodare i buoni risultati degli ospiti. Di sottolineare i contributi emersi dagli interventi. Tutto l´opposto insomma dell´algida rappresentazione ministeriale cui eravamo abituati. Una scelta di tono, tra il disincantato, il conviviale e il progettuale, che ha fatto centro. Acceso speranze.

Sta girando le università italiane per raccogliere suggerimenti, ascoltare i problemi - dice. Che peraltro conosce benissimo e ha affrontato uno per uno. Alcuni dannatissimi che non hanno soluzione semplice: i concorsi, scherza ad esempio, sostituiamoli con lotterie, al momento sembra il metodo più serio. Che finalmente un ministro ne parli, anche se attraverso l´ironia, ha dello straordinario. Una questione che non è tecnica, come è evidente, ma di persone, moralità, deontologia. Confesso che non mi sarebbe dispiaciuto un cenno all´etica istituzionale, alla sua imprescindibile urgenza. Vedremo come risolverà il dilemma. L´idea dell´agenzia esterna di valutazione delle strutture universitarie è già un buon passo. Forse per questa via si può cominciare a combattere le clientele che ostacolano la riqualificazione. Perciò chiede tempo, anche se è consapevole che deve fare in fretta. Non promette palingenesi, ma spera in un progetto alto che preveda anche la manutenzione dell´esistente. Non vuole spaventare insomma.

Dice però più di quanto gli sia stato suggerito negli interventi preliminari, volenterosi ma scontati. Critica la logica aziendalistica e di mercato in cui le università si sono calate. I riti della burocrazia. Ironizza sull´eccentrica forma a botte che ha sostituito la piramide delle età delle posizioni accademiche. Lancia un piano decennale di graduale sostituzione degli organici con intelligenze nuove. Indispensabile peraltro se vogliamo far funzionare l´università dopo i pensionamenti alle viste.

Consapevolezza e arguzia insomma non gli mancano, speriamo i suoi colleghi di governo domani stesso non lo smentiscano.