Repubblica. Bologna: Questa circolare mi è un po' sfuggita di mano
Intervista a Lucrezia Stellacci
Questa circolare mi è un po’ sfuggita di mano. Se avessi riflettuto di più, forse l’avrei scritta diversamente o non l’avrei fatta proprio». Spiazzante. Nella bufera per avere spedito una circolare in cui invitava i presidi ad avere la mano ‘molto leggera’ nel nominare i supplenti, ieri Lucrezia Stellacci, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, ha incontrato i sindacati.
Che cosa vi siete detti?
«Ho chiarito le mie intenzioni nel mandare quella nota».
Quali erano?
«Non credo si possa leggere, fra le righe, un veto assoluto al fare le supplenze. Semmai, fra le righe, c’è un ‘achtung’ (attenzione; ndr) ad adottare provvedimenti visto che la situazione è critica. E qualcuno, un domani, potrebbe chiedere ragione del loro operato».
I suoi presidi, dopo quella circolare, però, per coprire le assenze degli insegnanti hanno smembrato classi, utilizzato le ore di compresenza...
«Tutte misure vietate dalla legge che non dovevano assumere».
Cosa avrebbero dovuto fare?
«La normativa va applicata in modo oggettivo, calandola però nelle situazioni concrete in cui vivono i dirigenti».
Ma lei in quel testo ha scritto niente supplenti se il titolare è assente per meno di cinque giorni alle elementari e per meno di quindici alle superiori.
«Quella circolare è stata mal compresa».
Adesso dovrà scrivere una contro-circolare che suona come rettifica.
«La stenderò direttamente io. Con la prima ho tentato di proteggere i dirigenti. Ho dato dei suggerimenti, ma è il dirigente che poi decide».
La situazione è critica?
«Sì».
Ma i presidi possono nominare i supplenti sì o no?
«Non possono, ma debbono. Laddove, però, esistano le condizioni per nominare. Non dico solo sulle supplenze lunghe, ma tutte le volte che ricorrono le condizioni di legge».
Intanto, però, mancano sempre i soldi per pagare gli stipendi dei supplenti.
«Stamattina (ieri mattina; ndr) ho dato ordine alla Ragioneria di sbloccare il primo acconto sui finanziamenti 2006 fermi ai Centri servizi amministrativi in attesa dell’esito sul monitoraggio sulle supplenze».
Quanti soldi sono?
«Circa 10 milioni di euro. Sappiamo che le scuole sono in affanno per la liquidità di cassa».
Un primo acconto. Poi?
«Siamo in attesa che il ministero dell’Istruzione incrementi i fondi 2006».
Sicura?
«Non è possibile che ci lascino a secco. Anche perché, oltre a noi, nelle stesse condizioni ci sono Piemonte, Lombardia e Veneto».
Onde evitare il ripetersi in futuro di un pasticcio simile, cosa si può fare?
«Come prima cosa, bisogna modificare la normativa. Nel frattempo, le famiglie possono stare tranquille: i loro diritti saranno garantiti».