Repubblica/Bologna: Scuola, ieri i picchetti poi una notte in piazza
Cresce la protesta. E Delbono incontra i precari: "Siamo alleati"
Alle Rodari-Iussi non ci sono i professori per le ore alternative alla religione
ILARIA VENTURI
CON la mascherina bianca al volto o il cartello al collo: «Chi l´ha visto? Precario numero 25001, scomparso dalla scuola dal primo settembre 2009». Così gli insegnanti precari si sono presentati ieri mattina davanti alle scuole Manzolini, visitate dal sindaco, e Fortuzzi. Li chiamano «picchetti gentili», in vista della manifestazione della scuola venerdì e sabato: una non-stop con corteo, tende per la notte in piazza e artisti che coinvolgerà genitori e insegnanti. Contro i tagli del ministro Gelmini.
L´ennesima, ma non ultima, segnalazione sulle carenze di insegnanti è arrivata ieri dal collegio dei docenti delle medie Rodari-Jussi di San Lazzaro: non ci sono gli insegnanti per le attività scolastiche agli alunni che non si avvalgono dell´insegnamento della religione cattolica. Una situazione estesa a molte scuole medie e alle superiori. Gli insegnanti di San Lazzaro hanno scritto ai vertici dell´ufficio scolastico una lettera molto dura: «La credibilità della nostra scuola sul territorio è già stata intaccata dalla scelta di non assegnare il personale docente necessario per garantire agli alunni delle classi seconde e terze il modello di scuola a 33 ore settimanali scelto negli anni scolastici precedenti. Il nostro lavoro viene in parte vanificato ogni anno da interventi esterni di riduzione dell´organico. Oggi addirittura, come scuola, potremmo diventare oggetto di attenzione della magistratura perché non siamo nelle condizioni di assolvere i nostri obblighi di legge».
Ieri il sindaco ha dato il via al primo giorno alle primarie di via Sant´Isaia, riaperte dopo due anni di restauri. All´ingresso ha trovato gli insegnanti del Coordinamento dei precari della scuola. «Siamo alleati», ha assicurato Delbono. Poi il tour delle aule e il taglio della torta (con la scritta «W la squola» e l´errore in rosso). I precari vogliono informare le famiglie della loro situazione. «I genitori purtroppo ancora non hanno capito l´entità del danno», spiega Silvia Di Francesco, 33 anni, rimasta senza incarico.
«Alcuni genitori invece mi hanno risposto male davanti alle Fortuzzi, non capiscono, in realtà stiamo lottando per il nostro posto di lavoro ma anche per i loro figli», racconta Paola, un anno nelle scuole di montagna e poi a casa. I precari continueranno i picchetti anche la prossima settimana, «per tutto l´anno» se necessario. Ieri pomeriggio hanno di nuovo manifestato, in una cinquantina, davanti all´ufficio scolastico provinciale.