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Repubblica-Bologna-Una firma fa infuriare tutti i presidi

Il presidente dell'Associazione: "Siamo indignati, ci trattano come persone di cui non fidarsi, le verifiche non si fanno così" Una firma fa infuriare tutti i presidi "Un'offesa che ...

23/04/2004
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la Repubblica

Il presidente dell'Associazione: "Siamo indignati, ci trattano come persone di cui non fidarsi, le verifiche non si fanno così"
Una firma fa infuriare tutti i presidi
"Un'offesa che l'Ufficio scolastico voglia le dichiarazioni sui nuovi iscritti"
ILARIA VENTURI


MA i numeri dei nuovi iscritti alle superiori sono veramente quelli dichiarati dalle scuole? La Direzione scolastica regionale non si fida e con un'operazione lampo fa convocare al Centro servizi amministrativi (ex Provveditorato) tutti i presidi delle scuole bolognesi. In pratica per farli sottoscrivere, con una dichiarazione firmata, che quei numeri sono veri. Una firmetta appena, ma mal digerita dai capi di istituto. Che l'hanno presa male, anzi malissimo. Ed è scoppiata la protesta. "Siamo offesi". "Sconcertati". "Amareggiati".
I toni delle dichiarazioni non cambiano di molto. L'attacco all'Ufficio scolastico regionale arriva dal presidente provinciale dell'Associazione nazionale presidi, Lamberto Montanari. "Siamo indignati, ci trattano come persone di cui non fidarsi, è un'offesa molto grave, nessuno gonfia i dati, le verifiche non vanno fatte così". Montanari domanda provocatoriamente in una lettera indirizzata al Csa ma rivolta a piazza XX Settembre: "L'Ufficio scolastico regionale ritiene che i dirigenti possano avere interessi diversi, insinuando il sospetto, a nostro parere offensivo, che possano, appunto, avere inviato dati non veritieri?". Insomma, in piena bagarre per la definizione sugli organici si apre un nuovo fronte di protesta nei confronti dell'amministrazione scolastica regionale. I numeri dei nuovi studenti iscritti al prossimo anno sono fondamentali per la richiesta delle nuove classi prime e quindi per determinare gli organici dei docenti che dovranno essere chiusi, per le superiori, entro il 4 maggio. I presidi avevano già trasmesso i numeri sui nuovi iscritti insieme alle previsioni sui bocciati. Dati che ieri, dopo la convocazione arrivata nelle scuole via fax appena il giorno prima, tutti i dirigenti hanno dovuto sottoscrivere presentandosi negli uffici del Csa. "Viene meno un rapporto di fiducia per questo siamo amareggiati - commenta Domenico Altamura, presidente del collegio dei dirigenti scolastici della provincia di Bologna - facciamo i bilanci, assumiamo i docenti, ricostruiamo carriere: non abbiamo bisogno di sottoscrivere nessun atto amministrativo. I nostri atti sono tutti legittimi, come dirigenti della scuola bolognese abbiamo sempre fatto la nostra parte".
Ottavio De Notariis, preside del Galvani, sposta il problema: "Le iscrizioni a gennaio stanno diventando scelte definitive. Così viene tolta la libertà alle famiglie di iscrivere i propri figli più tardi, magari dopo un ripensamento.
Certo, noi possiamo prendere nuovi studenti, ma non ci vengono date nuove classi in più". Dura la posizione della Cgil scuola sulla vicenda. "Un atto grave che offende la dignità, la professionalità e l'autonomia dei dirigenti scolastici", dichiara Nara Orsi, segretario provinciale. "Il ministero non gradisce i numeri della scuola bolognese? Ci dispiace ma qui gli studenti aumentano, ci devono dare più insegnanti, questo è il punto". Lucrezia Stellacci, direttore dell'ufficio scolastico regionale, getta acqua sul fuoco e replica: "Sto difendendo le richieste delle scuole davanti al ministero che le contesta. Ma chiedo ai dirigenti che si assumano la responsabilità sui numeri come lo faccio io". L'Emilia Romagna ha bisogno, secondo l'Ufficio regionale, di 285 cattedre in più alle superiori. "Ma io ne ho chieste praticamente 400 - precisa Stellacci - perché ho dato credito alle esigenze delle scuole che ritengo veritiere, non dubito dei dirigenti. Ma non posso essere così ingenua da dimenticare che è rilevante lo scarto tra gli alunni previsti e quelli che poi frequentano a settembre. Il ministero chiede conto a me dell'esposizione finanziaria per i nuovi posti, se un domani non saranno quelli dichiarati dovrò risponderne alla Corte dei Conti. Non mi sembra giusto che debba essere solo io a validare i dati, per questo ho chiesto anche ai dirigenti di farlo".
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