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Repubblica-Bologna.Università-Platone e Lucrezio per tutti che rivoluzione classica

Platone e Lucrezio per tutti che rivoluzione classica Il professore propone di inserire percorsi umanistici anche nelle facoltà scientifiche Dionigi e un nuovo progetto d'Ateneo ILARIA...

16/11/2005
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la Repubblica

Platone e Lucrezio per tutti che rivoluzione classica
Il professore propone di inserire percorsi umanistici anche nelle facoltà scientifiche
Dionigi e un nuovo progetto d'Ateneo

ILARIA VENTURI

"MA davvero la contrapposizione è tra classicisti-conservatori e scienziati-innovatori, come se il latino fosse di destra e l'informatica di sinistra?". A Ivano Dionigi, che è latinista e pure di sinistra, piace provocare. Intellettualmente. E il terreno questa volta è carsico in tempi in cui la scienza è di moda, ma sono in crisi di vocazioni le discipline scientifiche, e in cui i classici sono stati semplicemente rimossi. La vecchia querelle tra le due culture sembra non avere più senso, ma le barriere rimangono. "I classici, anche se superati nelle loro risposte, restano necessari per formulare nuove domande della scienza", insiste Ivano Dionigi per sfondare il muro.
Da questa convinzione è nato il Progetto d'Ateneo per l'incontro tra la cultura classica e quella scientifica. Il direttore del Centro studi "La permanenza del classico" ha lanciato la proposta al convegno internazionale "Scientia rerum". E' diventato il Manifesto di Bologna: due lingue per una stessa cultura. Il documento ha già fatto il giro dei presidi delle Facoltà e il progetto è pronto. Sarà messo a punto nei prossimi mesi per far partire percorsi didattici nei vari corsi di laurea nel segno dei classici. "La proposta non intende - spiega Dionigi - stemperare le specificità disciplinari degli scienziati all'insegna di ibridismi non salutari; al contrario intende rendere più completo, più scientifico, il medico, il biologo, il politologo, il matematico". I futuri medici studieranno così la malattia leggendo Ippocrate, Plinio, Galeno, Platone, Aristotele, Lucrezio. Saffo quando scrive sugli effetti psicofisici della "patologia dell'amore" potrà utilmente innescare una lezione sulla sintomatologia. Così per i matematici, i chimici e i fisici che potranno confrontarsi con i classici sul concetto e il lessico di materia, cosmo, spazio, tempo, misura e infinito.
Gli studenti di Scienze Politiche, Giurisprudenza, Economia avranno l'occasione di capire meglio, con Erodoto, Tucidide, Polibio e Sallustio, il significato del diritto e della legge, delle forme di governo, del potere e dell'economia. I presidi concordano: "Iniziativa bella e necessaria". "C'è bisogno di trasportare la cultura classica nel contesto scientifico, serve a non perdere quella matrice generale", commenta Lorenzo Donatiello, preside di Scienze. "Non siamo una scienza arida, i classici lo dimostrano", dice Sandro Sandri di Economia. Stefano Cinotti, preside di Veterinaria, ricorda che la sua Facoltà è nata dalla cessazione di una cattedra in filosofia. "Progetto opportuno, è la conferma della giusta idea di Università". "Per noi che lavoriamo sulle idee la dimensione classica è fondamentale", sintetizza Gino Malacarne, preside di Architettura.
Anche i politologi accettano la sfida: "Ragionare di politica in termini contemporanei è importante anche per i classicisti" dice Giliberto Capano, preside di Scienze Politiche a Forlì. "Per questo il progetto deve diventare operativo".
L'intervento/1
Serve avvicinare cultura classica e scienza

MARIA PAOLA LANDINI*

Trovo l'iniziativa del professor Ivano Dionigi, ovvero il progetto di Ateneo che prevede un momento didattico e formativo nel segno dei Greci e dei Latini per gli studenti delle facoltà scientifiche, una grande iniziativa. Penso sia molto importante, infatti, che ai nostri futuri medici venga insegnato che la separazione rigida tra ambiente scientifico e umanistico rende sterile l'intero dibattito: le diverse scienze, della natura e dello spirito, devono collaborare per portare ad un livello sempre più alto la discussione sul tema più caro che l'uomo ha: se stesso e la propria salute. Ogni regola, ogni conclusione, ogni affermazione che riguardi la cultura e la sua partecipazione alla scienza medica è passibile di confutazione, di miglioramento e di ridiscussione, e parte dal desiderio di avvicinare le differenti forme di sapere superando le barriere imposte da ordinamenti e linguaggi differenti. Cultura classica e cultura scientifica non sono in opposizione; al contrario rimangono uno dei principali antidoti a banalizzazioni, mistificazioni e strumentalizzazioni di un argomento tanto importante e delicato. Apertura, rigore e riserva sono piuttosto i nodi metodologici per una rete di saperi che, credo, rimane l'unica possibilità d'indagare le due scienze che più da vicino riguardano l'uomo e la sua esistenza: l'etica e la medicina. Il trattare questi temi nel corso di laurea in medicina può aiutare i futuri medici a porre di più l'attenzione agli aspetti più profondamente umani della professione.
*preside di medicina
L'intervento/2
Greci e Latini aiutano a capire il diritto

STEFANO CANESTRARI*

La proposta di un momento didattico e formativo nel segno della cultura classica appare oggi di grande importanza per gli studenti dell'area giuridica. La riflessione sul concetto e sul lessico della "legge" consente di comprendere meglio il valore di un'identità autonoma del diritto. La ricerca di "costanti" nelle varie discipline giuridiche è un'operazione fondamentale per affrontare le tematiche del presente, che pongono dilemmi di difficile soluzione.
Da un lato, le norme dovrebbero essere sempre formulate ispirandosi ai saperi empirici di riferimento (biologico, medico, economico, ecc.); dall'altro, si deve evitare il pericolo che il diritto possa diventare strumentale alle pretese "illimitate" della scienza, della tecnica, del mercato. La lettura dei Greci e dei Latini ci ricorda che soltanto invocando il "diritto" e la "legge" si può tentare di arginare l'invadenza di ogni precostituito potere supremo.
L'identità scientifica del diritto (anche internazionale) rappresenta oggi lo strumento più efficace per salvaguardare gli individui e la comunità dai rischi della società "postsecolare". Emergenti da nuove tentazioni teocratiche, oppure da ideologie tecnocratiche che parlano il linguaggio accattivante del profitto ripudiando qualsiasi presupposto etico o axiologico.
*preside di giurisprudenza