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Repubblica/Firenze: "Asili condominiali sicuri che sia giusto?"

I dubbi della Cgil toscana Funzione pubblica

04/08/2009
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la Repubblica

«Asili nido aziendali, condominiali, privati da incentivare con i voucher del Comune. Ma siamo proprio sicuri di essere sulla strada giusta?». Lo chiede Andrea Brachi, segretario generale della Funzione pubblica della Cgil toscana. «Invece di domandarsi come estendere a più cittadini il diritto ad una scuola di qualità per l´infanzia», aggiunge, «ci si pone solo il problema di ridurre il costo di questo servizio. Perché invece non realizzare nidi intercomunali, perché non mettersi insieme per gestire le strutture e le liste di attesa? Perché non fare una battaglia politica e culturale in difesa di questo servizio pubblico? Una propria e vera vertenza infanzia che metta insieme i Comuni, la Regione, le famiglie ed il sindacato, per non accettare questo smantellamento di fatto della "scuola pubblica" a partire, appunto, dal quella dei nidi e delle materne. Da qualche parte si è iniziato a farlo. Timidi tentativi che rischiano però di naufragare». La questione della carenza dei posti nei nidi comunali è all´attenzione del sindaco di Firenze Renzi, che si è impegnato a tagliare le liste d´attesa proprio grazie ad interventi sostitutivi come nidi aziendali e condominiali. E´ facile dedurre, quindi, che la riflessione della Cgil sia indirizzata soprattutto a lui. «Parto dal presupposto che il servizio all´infanzia tra zero e 6 anni sia il primo e fondamentale gradino dell´educazione, un momento formativo fra i più importanti per il futuro cittadino», continua Brachi. «Per questo l´asilo non deve essere un "parcheggio", per questo deve avere rappresentata, al suo interno, la società nel suo insieme. Il blocco delle assunzioni e la mancanza di risorse dei vari governi hanno costretto i Comuni ad iniziare una progressiva dismissione ed esternalizzazione di questi servizi. Siamo partiti affidando alle cooperative il prolungamento dell´orario, poi l´intero servizio. Inoltre è stato favorito il privato accreditato e al Comune è rimasto solo il compito di controllare. Ma allora se la priorità è "al posto", a prescindere dal progetto educativo, diciamolo chiaramente. E prendiamo atto che è finito il tempo di una scuola pubblica, a partire dai nidi e dalle materne». (s.p.)