Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa locale » Repubblica/Firenze: Più rigore più bocciati "Sì, il clima è cambiato"

Repubblica/Firenze: Più rigore più bocciati "Sì, il clima è cambiato"

Mario Battistini, membro Cgil nel Consiglio nazionale della pubblica istruzione: «Il rigore vero è un´altra cosa, non è solo bastonate e selezione, ma il risultato di una scuola valorizzata e con una organizzazione stabile, non oggetto di tagli come quelli decisi da questo governo».

15/07/2009
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

Indagine-campione in sette scuole superiori

MARIA CRISTINA CARRATU´

Aumentano in tutta Italia i respinti all´esame di maturità, (prima proiezione del Ministero su dati campione, ad esami ancora in atto), e lo 0,6% in più di bocciati rispetto all´anno scorso (il 3,1% del totale, nel 2008 erano il 2,5%) fa gridare a un presunto «effetto Gelmini». Ma basta girare per le scuole di Firenze per capire che la deduzione va presa quantomeno con le molle. Da una rapida indagine in 7 scuole-campione della città, ecco emergere (almeno al momento) un quadro diverso: i respinti all´esame di maturità sono infatti, ad oggi, circa l´1,53% (11 su 720 ammessi), come dire circa la metà del dato nazionale (parziale). Visti da vicino: tutti promossi allo scientifico Castelnuovo e ai classici Galileo e Michelangelo, tutti promossi a ragioneria Duca d´Aosta, i bocciati sembrano concentrarsi (in linea col dato nazionale) all´Istituto per geometri (Duca d´Aosta, 3 bocciati su 40), all´Istituto tecnico (da Vinci, 2 su 81), all´Istituto professionale (da Vinci, 3 su 111), al liceo artistico (Leon Battista Alberti, 3 su 68). E se da «bocciare» risultasse, insomma, la fretta del ministro di rivendicare il calo delle promozioni alla sua svolta rigorista? Invita alla cautela il preside del Michelangelo, Massimo Primerano: «Ogni giudizio è prematuro» dice «ma se anche i dati restassero questi, saremmo più o meno nella norma degli ultimi anni». E gli eventuali (pochi) bocciati in più si dovrebbero al nuovo meccanismo di smaltimento forzato di tutti i debiti entro settembre, «che ha fatto arrivare all´esame anche chi non era pronto». Primerano ne è convinto: «Prima di poter apprezzare stabilmente gli effetti del nuovo rigore passeranno come minimo 2-3 anni». E in particolare si dovrà attendere l´entrata a regime delle nuove regole per l´ammissione agli esami di Stato, che dal prossimo anno impongono di avere la sufficienza in ogni materia (e non solo come media di tutte le materie, condotta compresa). Quest´anno, in realtà, fa notare Primerano, le ammissioni sono state addirittura facilitate: «Il 5 in condotta che porta alla bocciatura ha suggerito una cautela diffusa. E così, anche solo un 6 in condotta ha portato in su la media dei voti». Con l´effetto, però, che una volta all´esame, le lacune sono venute alla luce. Di risultati «parziali, non significativi» parla anche il direttore dell´Ufficio scolastico regionale Cesare Angotti, che invita però a dare il benvenuto a un eventuale conferma di selettività: «L´Italia vuole o no stare al passo col resto d´Europa e di una società complessa? Allora accetti, dopo il lassismo degli ultimi tempi, più rigore e serietà di una scuola non sia un inganno ma un luogo realmente formativo». Mette sull´avviso, invece, Mario Battistini, membro Cgil nel Consiglio nazionale della pubblica istruzione: «Assistiamo a un semplice effetto burocratico della nuova norma sul recupero forzato dei debiti, il rigore della Gelmini non c´entra niente» dice, pur senza escludere che «il cambiamento di clima abbia avuto effetto su qualche insegnante». E però attenzione: «Il rigore vero è un´altra cosa, non è solo bastonate e selezione, ma il risultato di una scuola valorizzata e con una organizzazione stabile, non oggetto di tagli come quelli decisi da questo governo».