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Repubblica/Milano: Scuole medie, salta un prof su 10 rivolta contro i tagli in Lombardia

Il direttore regionale Dominici "La didattica non subirà stravolgimenti" La Cgil: pronti a proteste clamorose

26/03/2009
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la Repubblica

Elementari, tempo pieno a rischio. Il Pd: siamo i più colpiti del Nord

Nelle scuole lombarde da settembre ci saranno 4mila insegnanti in meno, tagliati dal governo per contenere la spesa. Alle elementari se ne vanno 696 maestre, alle superiori 1.047 professori. Ma il prezzo più caro lo pagano le scuole medie con un decimo dei posti persi, 2.255 cattedre tagliate rispetto alle 23mila attuali. E intanto gli studenti aumentano: nel prossimo anno scolastico sui banchi ci saranno 9mila studenti in più, 12mila se si considerano anche i bimbi delle materne. Oltre alla mancata riconferma degli insegnanti precari, con Uil - Scuola che parla di «almeno 5mila contratti atipici a rischio», i tagli produrranno una girandola di trasferimenti: docenti costretti a lasciare la loro sede per andare a tappare i buchi lasciati dai precari che hanno perso lavoro. E c´è il rischio concreto che l´elevata richiesta del tempo pieno alle elementari (scelto dal 99 per cento delle famiglie) non possa essere soddisfatto. Uno scenario che i sindacati definiscono «apocalittico e senza precedenti», annunciando mobilitazioni e scioperi per fine aprile.
La bozza sull´organico delle scuole presentata dal ministero dell´Istruzione supera nei numeri le peggiori previsioni fatte negli scorsi mesi da Cgil e Cisl, ora uniti nell´annunciare «lotta a oltranza». E non escludono, come gesto estremo, l´occupazione della Direzione scolastica regionale da parte dei lavoratori della scuola. Non sono soli. Il Pd lombardo prepara da lunedì 6 aprile la «campagna di difesa della scuola pubblica», con manifestazioni, volantinaggi davanti alle scuole e una raccolta di firme per fermare i tagli, «visto che la Lombardia ha pagato un prezzo altissimo», come precisa il segretario Maurizio Martina.
La riduzione di organico nella scuola è anche una doccia fredda per il Pirellone: ancora la scorsa settimana il presidente della Regione, Roberto Formigoni, assicurava: «Grazie a un accordo con la Gelmini, in Lombardia sarà confermato l´organico dell´anno in corso». La Lombardia, invece, ha pagato i tagli più di ogni altra regione del Nord Italia.
Nonostante la Direzione scolastica regionale, guidata da Annamaria Dominici, continui a ripetere che «il tempo pieno alle elementari non è a rischio e la didattica non subirà stravolgimenti», l´annuncio dei tagli ha scatenato un terremoto nel mondo della scuola. Il segretario regionale di Flc-Cgil, Corrado Barachetti, parla del «più pesante attacco alla scuola pubblica di sempre, che si tradurrà nel crollo della qualità dell´intera offerta didattica». E fa un annuncio choc: «Siamo pronti anche a occupare la direzione scolastica regionale». Per Renato Capelli, a capo della Cisl Scuola: «Questi tagli mettono in ginocchio la scuola lombarda, negano alle famiglie il diritto al tempo pieno alle elementari e mortificano la qualità dell´insegnamento. Il piano deve essere rivisto». E già si preparano scioperi e mobilitazioni: «Per molto meno - continua Capelli - negli anni scorsi il mondo della scuola ha incrociato le braccia».
I sindacati hanno chiesto un tavolo a Regione e direzione scolastica, ma il tempo stringe: la circolare che renderà effettivi i tagli è attesa a giorni. E Carlo Giuffrè, segretario regionale di Uil Scuola, rilancia: «Il Pirellone ci ha promesso ulteriori interventi sul ministero perché faccia dietrofront, ora chiediamo a Formigoni un aiuto economico per i precari che rimarranno senza lavoro, le vere vittime dei tagli».
(f. v.)