Repubblica/Napoli: I precari presentano il conto a Prodi
"Il nuovo governo rispetti gli impegni e ci assuma tutti"
Da domani a Napoli un convegno nazionale della Cgil sulle difficoltà dei lavoratori a tempo dell´istruzione
Solo in Campania previsti duemila nuovi posti di lavoro Polemiche sui criteri
BIANCA DE FAZIO
I precari presentano il conto al nuovo governo. I docenti a tempo determinato, che in buona parte prendono lo stipendio solo per i mesi di scuola, e per il resto che si arrangino, tirano in ballo i partiti dell´Unione. Assunzione è la parola d´ordine. I primi a rivendicarla sono stati i Cip, i comitati degli insegnanti precari, che alla vigilia delle elezioni si erano schierati con Prodi e i suoi.
«Se il centrosinistra ha vinto lo deve alla centralità attribuita alla lotta al precariato. Ora ci aspettiamo i fatti. Le chiacchiere le abbiamo già tutte sorbite nel quinquennio trascorso».
È il comparto scuola quello che negli ultimi anni ha visto salire vertiginosamente il numero dei precari: più 153 per cento. Ed è qui, sostengono i Cip, che deve iniziare l´inversione di tendenza. Le trattative col ministero per l´Istruzione sono già iniziate, anche se nelle stanze di viale Trastevere impera la smobilitazione. In cantiere ci sono 20 mila assunzioni, già autorizzate nello scorso gennaio, e che dovrebbero essere realizzate nei prossimi mesi e avere effetto a partire dal primo settembre prossimo. In Campania saranno circa 2 mila, e ora lo scontro è tutto sulla distribuzione del contingente per queste nuove immissioni in ruolo. Un tema che sarà al centro anche del convegno-manifestazione nazionale su "Precarietà e precarizzazione nel mondo della conoscenza" che si svolgerà domani e mercoledì a Napoli, per iniziativa della Flc Cgil nazionale, nell´hotel New Europe di via Galileo Ferraris.
E se in Campania ci saranno 2.000 nuovi docenti in ruolo, per il prossimo anno scolastico, il numero non basta neppure a rimpiazzare quanti andranno in pensione. A partire da settembre, infatti, nella nostra regione smetteranno di insegnare oltre 3.300 docenti. Per rimpiazzarli, si ingrosserà ancora l´esercito dei precari. Ce ne sono già uno ogni sette docenti in ruolo. I precari sono insomma il 14,9 per cento degli insegnanti in servizio (con numeri più pesanti nelle scuole medie e nelle superiori, meno significativi nelle scuole elementari e nelle materne), una percentuale che la dice lunga non solo sulle loro difficoltà lavorative, ma anche sulla impossibilità, nelle scuole, di garantire continuità didattica e qualità dell´istruzione.
Un problema che riguarda la Campania come il resto d´Italia: in tutto il Paese i docenti precari sono 124.400 e nell´ultimo biennio la loro percentuale è aumentata raggiungendo i più elevati livelli dell´ultimo decennio. Nel ‘97-´98, ad esempio, i docenti a tempo determinato erano solo l´8 per cento (uno ogni 13 insegnanti di ruolo).
Non se la passano meglio gli altri lavoratori della scuola, quelli definiti con la sigla Ata. Tra di loro il precariato conta ben 74.300 lavoratori, pari al 30 per cento di tutti quelli in servizio.
«Nel breve termine - scrive la segreteria nazionale della Flc-Cgil preparando l´appuntamento di domani - occorre un´operazione straordinaria di reclutamento e di immissione nei ruoli, che si presenta sostanzialmente a costo zero o molto contenuta nella scuola, più onerosa per l´università. L´anagrafe, non la politica, ci dice che nei prossimi anni usciranno 400.000 docenti ed Ata della scuola, metà dei docenti e ricercatori dell´università. Il respiro di un futuro reclutamento, che deve partire dagli attuali precari, ha queste dimensioni».