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Repubblica-PAlermo- Buono scuola, niente alle statali protestano presidi e sindacati

Un decreto di Cuffaro ha ammesso al contributo i redditi più alti ma ha introdotto altri ostacoli Buono scuola, niente alle statali protestano presidi e sindacati Decisiva l'esclusione ...

22/06/2005
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la Repubblica

Un decreto di Cuffaro ha ammesso al contributo i redditi più alti ma ha introdotto altri ostacoli
Buono scuola, niente alle statali protestano presidi e sindacati
Decisiva l'esclusione delle spese per le gite
Enza Albini (Cgil): "Il sistema pubblico figlio di un dio minore" Tripodi, capo d'istituto del tecnico Volta "Paritarie privilegiate"
SALVO INTRAVAIA


Buono scuola più facile per gli alunni delle private siciliane. Virtualmente esclusi, invece, gli studenti degli istituti statali che in parecchi l'anno scorso hanno racimolato qualcosa chiedendo il rimborso di tasse scolastiche e quote versate per i viaggi d'istruzione. Poche modifiche, passate inosservate ai più, al decreto di attuazione della legge del 2002 su buono scuola e "una tantum" consentiranno alle famiglie che hanno iscritto i figli nelle scuole paritarie di spartirsi l'intera torta. Tutto nasce da un decreto firmato lo scorso 1° ottobre dal presidente della Regione Salvatore Cuffaro sui "criteri per l'erogazione del buono scuola per l'anno scolastico 2003-2004". Provvedimento di fatto retroattivo, che lasciava agli interessati solo un mese di tempo per venire a conoscenza delle novità e presentare l'istanza.
Ma quali sono le modifiche apportate da mani esperte al precedente decreto, datato 21 maggio 2003? Poche ma efficaci. Anzitutto sono state ampliate le tre fasce di reddito previste per accedere al buono scuola, erogato dall'assessorato regionale alla Pubblica istruzione guidato da Alessandro Pagano: ora possono accedere al finanziamento regionale (più consistente di prima) famiglie con un reddito più alto. Contrariamente a quanto avviene a livello nazionale, in Sicilia la formula per assegnare le risorse del buono scuola non si affida all'Ise (l'Indicatore della situazione economica), che fotografa l'effettiva situazione patrimoniale della famiglia. Il governo Cuffaro ha preferito il meccanismo del quoziente familiare: a ogni componente viene assegnata una quota fissa (il quoziente), e per accedere al buono basta che il reddito del nucleo familiare non superi la somma dei quozienti.
Ed ecco gli aggiustamenti. Per calcolare la somma dei quozienti familiari, la quota relativa ai componenti "non studenti" è stata elevata da 10 mila a 13 mila euro. Una famiglia con genitori e due figli in età scolare, prima delle modifiche, poteva accedere al buono se il suo reddito non superava i 50 mila euro annui. Adesso può recuperare una parte delle spese sostenute nelle paritarie anche con un reddito Irpef fino a 56 mila euro.
Ma la modifica sostanziale è quella sulla percentuale delle spese rimborsabili. Con l'architettura attuale, le famiglie il cui reddito non supera il 60 per cento della somma dei quozienti familiari possono recuperare i tre quarti delle spese (il 75 per cento). Potranno recuperare invece la metà delle spese certificate (con un massimo sempre di 1.500 euro) le famiglie che non superano il 75 della somma dei quozienti familiari, e solo il 25 per cento le famiglie con reddito inferiore alla quota familiare.
Tornando alla famiglia tipo composta da mamma, papà e due figli, la precedente versione consentiva di recuperare tre quarti delle spese certificate se il reddito familiare era inferiore a 20 mila euro, mentre adesso è possibile recuperare la stessa cifra con reddito inferiore a 33.600 euro. Per ottenere invece la metà delle spese, prima occorreva avere un reddito inferiore a 25 mila euro, ora basta dichiarare meno di 42 mila euro annui.
Ha messo invece fuori gioco gli studenti delle statali la franchigia di 260 euro (già esistente) e l'esclusione dalle "spese rimborsabili" delle quote "sostenute per i viaggi di istruzione". Duro il commento di sindacati e presidi delle statali. Per Enza Albini, segretario regionale della Flc-Cgil, "la scuola statale sembra sempre più figlio di un dio minore". Incalza Roberto Tripodi, preside dell'istituto tecnico industriale Volta, a Settecannoli: "Nelle scuole di Stato la Regione non riesce a rimborsare l'una tantum di due anni fa, e al contempo mette in moto un meccanismo che privilegia il rimborso delle spese nelle paritarie".