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Repubblica-Palermo-I supplenti disertano i bandi l'Università rischia il blocco

I supplenti disertano i bandi l'Università rischia il blocco Assemblea dei ricercatori a Lettere per protestare contro la riforma Moratti Nelle facoltà di Ingegneria e Medicina si ...

08/09/2004
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la Repubblica

I supplenti disertano i bandi l'Università rischia il blocco
Assemblea dei ricercatori a Lettere per protestare contro la riforma Moratti
Nelle facoltà di Ingegneria e Medicina si profila la cancellazione di alcuni corsi
Riunione decisiva del Senato martedì prossimo
MARIA TERESA CAMARDA


Corsi di laurea a rischio nel prossimo anno accademico dell'Ateneo palermitano. L'Università continua a dire no alla riforma del ministro Letizia Moratti e stavolta la protesta passa dalla rinuncia alle supplenze. I bandi emessi dalle facoltà sono stati disertati e le lezioni dell'anno che sta per iniziare rischiano di non partire o, nella migliore delle ipotesi, di iniziare in ritardo. Inoltre tutti coloro che aderiscono alla protesta hanno già fatto sapere che non accetteranno incarichi aggiuntivi rispetto a quelli che devono ricoprire per legge: i ricercatori, per esempio, non si sobbarcheranno la didattica attenendosi esclusivamente alle esercitazioni e al tutoraggio.
"Sul fronte della protesta quest'anno stiamo partendo bene - esordisce Valeria Militello, responsabile del coordinamento anti-ddl Moratti dell'Università di Palermo, all'assemblea dei docenti di Ateneo che si è tenuta ieri alla facoltà di Lettere - L'anno scorso non siamo riusciti a ottenere risultati concreti perché non siamo stati compatti. Adesso siamo sulla buona strada per abbattere questa logica perversa che coinvolge non una sola categoria, quella dei ricercatori, ma il destino di tutta l'università pubblica".
Le situazioni più gravi sono quelle di Farmacia, Ingegneria, Scienze, Lettere e Medicina. "Se dovesse continuare così, probabilmente nessuno dei quattro corsi di laurea della mia facoltà potrebbe partire", commenta Salvatore Plescia, preside di Farmacia. E Santi Rizzo, preside della facoltà di Ingegneria, aggiunge: "Potremmo dover adottare soluzioni straordinarie, come far partire solo alcuni corsi, alcuni anni o soltanto il primo semestre".
La preoccupazione dei presidi è stata espressa anche nel corso dell'ultima seduta del Senato accademico, conclusa con la decisione di reiterare i bandi per le sole supplenze, senza l'introduzione - come prescrive la procedura - delle assegnazioni dei contratti. "Su 90 posti messi a disposizione dal bando, 89 sono rimasti scoperti. È arrivata una sola domanda", racconta Plescia. Stessa situazione anche a Scienze e a Ingegneria. "Sono in bilico nel mio ruolo di preside. Vorrei poter assicurare regolarità alle lezioni, ma nello stesso tempo capisco e sostengo chi protesta", commenta Rizzo. E ad Agraria, Vito Ferro, coordinatore della classe di laurea Ambiente e territorio agro-forestale, spiega: "Finora sembrava che i corsi potessero essere coperti, ma l'incalzare della protesta è preoccupante perché le supplenze richieste e già assegnate possono sempre essere ritirate".
E il blocco dell'anno accademico diventa una ipotesi concreta. Col solo timore, sbandierato come arma da tutti i "nemici" della protesta, che l'Ateneo palermitano sia il solo in Italia a non partire con le lezioni. "La nostra è una delle prime assemblee dopo le vacanze - spiega Valeria Militello - Siamo ancora in attesa di notizie dalle altre università". Ma c'è anche chi non si preoccupa della questione. "Dovremmo agire anche se fossimo i soli perché l'effetto potrebbe essere di stimolare la protesta", dice Teresa Marino, della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali.
I membri del Coordinamento e tutti coloro che combattono il Ddl Moratti all'Università di Palermo si dicono "consapevoli che è tempo di alzare la voce". Perché, come spiega Nunzio Miraglia, coordinatore provinciale dell'Associazione nazionale docenti universitari, "il disegno di legge è già approdato alla Camera e probabilmente sarà messo in calendario entro Natale".