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Repubblica/Palermo: Il governo cancella undicimila posti sos dei sindacati: istruzione al tracollo

Entro il 2011 in città spariranno 1.500 cattedre e mille tra tecnici segretari e bidelli

04/07/2008
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la Repubblica

I tagli alla scuola

Nella scuola siciliana il governo Berlusconi taglierà 11 mila posti in tre anni. Cifra che bisogna aggiungere ai 6 mila posti già tagliati (negli anni 2007/2008 e 2008/2009) dal governo Prodi e a quelli preventivati (22 mila a livello nazionale) per gli anni scolastici 2009/2010 e 2010/2011 dall´ultima Finanziaria.
In totale, il "conto" per la scuola siciliana potrebbe rivelarsi particolarmente salato: 20 mila posti in 5 anni. I sindacati sono sul piede di guerra e per la prima volta chiedono una mobilitazione dell´intera collettività isolana: «Devono scendere in piazza - dicono - tutti, dai parroci ai farmacisti». Al di là dei numeri che accompagnano il consueto "bollettino di guerra" sugli organici, il timore è che in Sicilia la situazione possa essere aggravata dalla latitanza degli Enti locali: mentre in Campania per fronteggiare l´emergenza organici sono stati stanziati 40 milioni di euro per i prossimi due anni, i rappresentanti dei lavoratori considerano la Regione «totalmente assente sulle politiche scolastiche».
Il futuro lascia intravedere solo «classi superaffollate e docenti di sostegno col contagocce».
È il recente decreto legge dall´accattivante titolo "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" a nascondere per la Sicilia un taglio senza precedenti: 11 mila unità di docenti e personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario).
La Flc Cgil, per bocca del suo segretario regionale, Giusto Scozzaro, chiede al presidente della Regione, Raffaele Lombardo, di «intervenire per fermare questo scempio» e parla di «progetto mortale che metterà in ginocchio l´intera comunità siciliana». Gianni Di Pisa, dello Snals Confsal, prevede «per il futuro un´istruzione appannaggio solo di chi potrà permetterselo». Il pensiero di Enzo Granato, a capo della Uil scuola regionale, va invece ai 36 mila iscritti nelle graduatorie dei precari che l´anno scorso si erano illusi di potere acciuffare un posto fisso. L´ex ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, aveva infatti previsto di assorbire il precariato con un piano di 150 mila assunzioni sconfessato dal suo successore Mariastella Gelmini. «Come spiegherò alla maestra Paola, in attesa dell´immissione in ruolo proprio a settembre, che probabilmente farà fatica ad ottenere anche una semplice supplenza?», si chiede Granato.
Il provvedimento che dovrebbe rilanciare l´economia del Paese prevede, nel triennio 2009/2011, l´elevamento di un punto del rapporto alunni/docenti, che in Sicilia è pari a 10,7. Ma non solo: è anche previsto un taglio netto agli organici del personale Ata pari al 17 per cento. Portare il rapporto alunni/docenti a 11,7 costerà in Sicilia ben 6.583 cattedre. La cura dimagrante sul personale Ata costringerà le scuole siciliane a fare a meno di 4.459 tra bidelli, assistenti amministrativi e tecnici di laboratorio.
Nella sola provincia di Palermo si prevede un taglio di 1.500 cattedre e mille posti Ata. Con quali prospettive? «Questa volta - dice Scozzaro - i siciliani devono rendersi conto che è in pericolo il futuro delle generazioni future perché la scuola pubblica sarà costretta ad abbassare il suo livello di qualità e, nei confronti internazionali, i nostri ragazzi resteranno sempre più indietro. Per fermare questo scempio occorre che scendano in piazza tutti i siciliani: dai parroci ai farmacisti, non solo i docenti». Per Di Pisa «si assisterà al progressivo smantellamento della scuola pubblica a vantaggio di quella privata. Con l´aggravante - spiega - che in Sicilia le condizioni socio-economiche di tante famiglie non consentirà loro di scegliere fra pubblico e privato». Risultato? «L´istruzione di una certa qualità potranno permettersela solo coloro che potranno pagarla».
s.i.