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Repubblica/Palermo: l'angoscia va in cattedra. "Noi, le vittime della riforma" I prof all´esame del piano Gelmini

Doppie cattedre, aule sovraffollate: è già polemica

01/09/2009
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la Repubblica

Cristoforo Spinella

Al rientro a scuola- oggi le prime riunioni tra docenti e capi di istituto- i prof sanno già quello che li aspetta. «Gli insegnanti se ne sono già accorti, adesso toccherà alle famiglie», avverte Pia Blandano, dirigente scolastico dell´istituto comprensivo Antonio Ugo. La scure dei tagli che nei giorni scorsi si è abbattuta sui docenti precari adesso avrà i suoi effetti direttamente sulle scuole. «La riforma nei fatti c´è già - racconta la preside - I tagli degli organici ci costringono ad applicarla anche quando le norme non sono ancora entrate in vigore». Così in molte scuole il maestro unico, uno dei simboli del decreto Gelmini, sarà effettivo già da quest´anno: «Abbiamo le stesse classi dell´anno scorso ma due docenti in meno: come possiamo garantire gli stessi servizi? In molti casi il maestro unico è inevitabile», spiega Blandano.
Il ciclone Gelmini non si è abbattuto solo sui precari. Anche per molti insegnanti di ruolo le cose rischiano di cambiare, e non in meglio: «Persone che lavorano da 10-15 anni si ritroveranno senza cattedra - racconta Virella Saia, docente di tecnologia - Molti altri, invece, saranno costretti a insegnare in più scuole contemporaneamente. Io, ad esempio, continuerò a lavorare alla media Verdi ma avrò anche due classi alla Sciascia, perché dovrò coprire il taglio di un terzo dei posti nella mia disciplina. Ma devo considerarmi fortunata: se una mia collega non fosse andata in pensione a giugno, adesso anch´io sarei senza cattedra».
Meno docenti, quindi, ma non meno alunni. Così le classi rischiano di scoppiare: «Come si fa a stare attenti alle esigenze degli alunni quando ce ne sono 28-30? - accusa Enzo Patti, che insegna lettere all´istituto comprensivo Palumbo di Castelbuono - Secondo me la riforma Gelmini non ha alcun idea pedagogica alla base, punta solo sui tagli: da noi ci saranno due ore in meno nel tempo scuola normale e tre in quello prolungato. Con il paradosso di avere solo un´ora a settimana per una materia come la geografia. Cosa si può insegnare in questo modo?».
Alla scuola media Quasimodo di Brancaccio i tagli al fondo d´istituto hanno scatenato l´emergenza ancora prima dell´inizio dell´anno scolastico. «Non abbiamo i soldi neppure per comprare i detersivi», racconta Mila Spicola, docente di educazione artistica. «Da noi i tagli delle materie avranno effetti disastrosi - denuncia - Quest´anno ci saranno due ore in meno di italiano: ma la Gelmini si rende conto che qui molti ragazzi l´italiano neppure lo parlano?».
Le classi piene di alunni non sono solo un problema didattico. A Palermo è la stessa edilizia scolastica rappresentare un´emergenza. «Dal punto di vista della sicurezza, le nostre classi sono assolutamente illegali - dice Spicola - Se ci fosse un incendio o un terremoto, sarebbe impossibile scappare. Per denunciare questa situazione, non escludiamo di chiamare i vigili del fuoco e bloccare così l´attività didattica. D´altronde, come possiamo educare alla legalità in un contesto del genere?».
Per i licei, invece, la riforma partirà dall´anno scolastico 2010-2011. C´è tempo per organizzarsi, quindi? Non lo pensa Ferdinando Siringo, professore di lettere al socio psicopedagogico Danilo Dolci di Brancaccio: «Gli alunni iscritti quest´anno si ritroveranno con testi scolastici e programmi di studio non più in vigore. Materie obbligatorie diventeranno opzionali e loro dovranno rifare tutto daccapo: un vero caos». Gli effetti immediati, comunque, non mancheranno: «Anzitutto la precarietà del personale tecnico-amministrativo e quella dei docenti. Negli ultimi 5-6 anni abbiamo avuto gli stessi insegnanti che, pur non essendo di ruolo, ormai conoscevano bene l´ambiente e le condizioni di lavoro. Erano il 30-35% dei docenti: chi li sostituirà adesso?». Le previsioni sulla riduzione oraria, poi, non sono confortanti: «Dovremo passare da 36 a 29 ore a settimana, praticamente un giorno di scuola in meno. È un cambiamento violento che non è stato preceduto da un dibattito serio, perciò credo che le mobilitazioni saranno inevitabili».
Se i tagli colpiranno le materie curriculari, ancora peggio andrà alle sperimentazioni: «Praticamente non esisteranno più, mentre le co-presenze saranno abolite di fatto - accusa Massimo Neglia, che insegna scienze motorie alla scuola media Gregorio Russo di Borgo Nuovo - Sul tempo prolungato, poi, ci saranno altri tagli». «La Gelmini ha garantito che sarebbe stato garantito nelle scuole in cui già c´era - aggiunge Mila Spicola - Ma mentre in Lombardia esiste nell´85% delle scuole, in Sicilia esiste nel 3%. Perciò qui da noi continuerà a non esserci. Una vera beffa». A rischio - sostiene Neglia - c´è anche il personale Ata: «Come facciamo a garantire la pulizia e la sicurezza? Con il taglio di uno-due posti all´anno in ogni scuola, anche questa sarà presto un´emergenza».
E gli studenti? «Vedrà, tra poco saranno le famiglie a infuriarsi - dice la preside Blandano - Un esempio? Con lo stesso numero di disabili, noi abbiamo perso il 30% degli insegnanti di sostegno, passando da 14 a 10. Con un Comune che non fornisce servizi di assistenza paralleli, a chi potranno affidare i ragazzi disabili? Cosa pensa che faranno le famiglie di fronte a questa situazione?».
Abituata all´emergenza, la Blandano non si scoraggia: «La verità è che la nostra è quasi un´autogestione. Senza docenti e senza soldi, la scuola non affonda solo perché ci sono persone che in questo lavoro ci credono davvero».


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